Quaranta opere sul Sommo Poeta dialogano con affreschi Scrovegni
(ANSA) - PADOVA, 29 OTT - Dante non amava Padova, a ripercorrere la sorte riservata ai suoi cittadini nella Commedia, e un suo incontro con Giotto, negli anni della Cappella degli Scrovegni, è forse più legato alla leggenda che a una possibile non dimostrata realtà. Ma Padova, come rileva l'assessore alla cultura Andrea Colasio, "ha fatto pace" con il poeta e gli rende omaggio con una mostra che prende a titolo quel "a riveder le stelle" che chiude l'Inferno e parla la lingua dell'arte contemporanea, di una figurazione italiana che, senza essere mai semplice illustrazione, ben dà testimonianza delle inquietudini, delle gioie, dei tormenti, dei problemi e delle passioni del vivere oggi.
L'esposizione, a cura di Barbara Codogno, voluta dall'assessorato alla cultura, in collaborazione con "The Bank Contempory Art Collection", da cui provengono le circa 40 opere presenti realizzate da 19 artisti, il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, è allestita al Museo Eremitani dal 30 ottobre oltre 30 gennaio prossimo (catalogo Antiga).
Oltre che a Dante, in occasione del 700/o anniversario della morte, la mostra intende essere anche un omaggio a Giotto, attraverso un dialogo che rimanda al ciclo degli affreschi degli Scrovegni, con richiami sia nelle suggestive visive che tematiche.
Le stelle sono il punto di massimo raccordo tra i due autori medioevali. Il cielo stellato, un ritorno alla luce, con un blu intenso punteggiato d'oro, è il titolo dell'ultima sezione ed è motivo fondamentale di un complesso lavoro di Sergio Padovani, evocante nel suo sviluppo in verticale le tre cantiche dantesche, che chiude il percorso espositivo aperto dalla sezione "La Selva Oscura", a cui seguono "L'Inferno", "Il Purgatorio", "Il Paradiso".
Opere, in gran parte realizzate dagli artisti per l'occasione, che sono continui "giochi di specchi, suggestioni, ricordi" che rimandano ai temi delle attualità sociali, politiche, umane, religiose, e nel contempo tracciano una linea rossa ideale con le tematiche della Commedia e del ciclo grottesco. Se I due autori medievali separavano nettamente il bene dal male, nelle opere degli artisti in mostra - Agostino Arrivabene, Saturno Buttò, Desiderio, Marco Fantini, Sergio Fiorentino, Giovanni Gasparro, Alfio Giurato, Federico Guida, Maurizio L'Altrella, Paiolo Maggis, Vittorio Marella, Nicola Nannini, Alesandro Papetti, Luca Pignatelli, Chiara Sorgato, Nicola Verlato, Santiano Ydanez e Padovani - ll bene e male non sono più separati; la luce e la tenebra si contagiano per disegnare nuovi paesaggi interiori". (ANSA).