Zaia, non c'è rischio di passare in arancione
(ANSA) - VENEZIA, 11 MAG - Il Veneto inizia a intravvedere l'uscita dal tunnel: lo dicono i dati, che mostrano un contagio meno aggressivo delle scorse settimane, e gli indici sanitari, con le corsie degli ospedali meno affollate. Tuttavia "il virus c'è ancora" ricorda il presidente Luca Zaia, che mantiene l'obiettivo sui vaccini. Oggi la regione ha tagliato il traguardo di metà popolazione (2.086.826 inoculazioni) raggiunta dal vaccino, tra prima dose (1.446.715) e richiami (505.878) Si guarda anche al dopo-pandemia, quando attività come cultura e spettacoli e la vita di relazione potranno riprendere.
Zaia ritiene che il tema del coprifuoco "verrà risolto. La posizione originaria dei presidenti delle Regioni - ricorda - era di portarlo alle ore 23, adesso io spero che si guardi anche un po' più in la'".
Un obiettivo intanto è stato ottenuto dall'Arena di Verona, con il via libera della Regione alla deroga per 6.000 spettatori in anfiteatro, rispetto ai mille previsti dall'ultimo Decreto legge sulle norme Covid. "E' un segnale forte per l'Arena - sottolinea Zaia - significa la luce in fondo al tunnel".
Secondo il Governatore per il Veneto "non c'è rischio di passare in zona arancione, i dati sono buoni". "Ora - aggiunge - dobbiamo galoppare con i vaccini, se avessimo avuto più dosi avremmo già vaccinato tutti i veneti. Il virus c'è, ma la situazione sta migliorando: se ci comportiamo bene ne veniamo fuori velocemente. Chi si è vaccinato poi non finisce in ospedale per essere ricoverato".
Sul fronte dei dati il bollettino odierno conferma la frenata della curva del virus. Nelle scorse 24 ore ci sono stati 417 contagi, che portano il totale degli infetti dell'inizio dell'epidemia a 418.144, e 17 vittime, per un numero complessivo di 11.442. Dati - dopo i 247 positivi di ieri - che non si registravano dal periodo precedente la seconda ondata. In calo anche gli indici ospedalieri. I posti letto occupati da pazienti Covid sono oggi 1.158 (-13), dei quali 1.010 (-8) nei normali reparti medici, e 148 (-5) nelle terapie intensive. (ANSA).