Da luglio a settembre a Venezia 600 artisti per 100 appuntamenti
(ANSA) - VENEZIA, 14 APR - Preme nelle arti l'urgenza di superare "la selva oscura" del tempo pandemico, di tornare al corpo come contatto, dopo un "periodo di corpi sospesi nell'etere". E' un bisogno di ristabilire un rapporto diretto con il pubblico che, durante la presentazione dei Festival di Danza Musica Teatro della Biennale di Venezia, diventa anche appello alla politica: "Basta, non ne possiamo più, fateci ritornare nei nostri teatri, nei nostri spazi di cultura per una nostra crescita, per uno Stato che vuole essere adulto e responsabile", ha detto Gianni Forte, direttore con Stefano Ricci del settore teatro. "Arti dal vivo che dovranno sottostare alle regole del Covid", ha detto il presidente della Biennale Roberto Cicutto, evidenziando che, seppure nell'incertezza dettata dalla pandemia, è stata data vita a programmi intensi, che mettono in evidenza il concetto di collettività. A parlare sono anche i numeri: tra luglio e settembre, i tre festival porteranno a Venezia e Mestre oltre 600 artisti per oltre cento appuntamenti.
Ad aprire sarà il Festival del teatro, intitolato "Blue", dal 2 all'11 luglio. Dal 23 luglio al primo agosto, la Danza con "First Sense". A chiudere, dal 17 al 26 settembre, il Festival della Biennale musica, in diversi luoghi storici di Venezia, teso a mettere in risalto la tradizione musicale veneziana collegandola all'attualità compositiva contemporanea dal titolo "Choruses - Drammaturgie vocali", con la direzione di Lucia Ronchetti. Venezia non sarà solo palcoscenico dello spettacolo dal vivo, ma anche - è stato ricordato - officina del fare per i giovani partecipanti ai programmi di Biennale College, parte integrante dei Festival. Sono oltre 1.000 le domande di partecipazione pervenute quest'anno ai bandi di Biennale College Danza Musica e Teatro, da oltre 70 Paesi del mondo.;; (ANSA).