Cgia, -61,3 mln perdita in Veneto tra marzo 2020 e febbraio 2021
(ANSA) - VENEZIA, 13 APR - Con i taxi fermi, a causa del Covid, a Venezia tra marzo 2020 e febbraio 2021 il fatturato per quelli acquei è sceso del 98% e dell'86% per quelli su gomma. Il dato, raccolto a livello regionale per conto di Radio Taxi Veneto Società Cooperativa, è della Cgia che ha calcolato 37 milioni in meno per i taxi acquei. Tuttavia, poiché la crisi è ancora in corso, se si include anche marzo 2021, si arriva a una perdita degli incassi di 40 mln. Sempre nello stesso periodo, quelli su gomma hanno visto ridursi gli incassi di 6,9 mln, ma se si considera anche lo scorso marzo, i mancati ricavi sono pari a 7,6 mln. Il comparto taxi nel Comune di Venezia è formato da 370 titolari di licenza. Tra questi, 250 sono taxi acquei, altri 108 sono taxi su gomma e operano nella terraferma veneziana e altri 12 taxi su gomma stazionano al Lido. Un settore che vive quasi esclusivamente di turismo che, a seguito del crollo delle presenze, ha visto dissolversi il servizio. Lo studio, infatti, ha messo in evidenza che nel 2020 il traffico aereo di passeggeri negli aeroporti di Venezia-Treviso è sceso del 78% (-11,5 mln di passeggeri); le presenze della crocieristica si sono praticamente azzerate: gli ultimi dati disponibili testimoniano un calo a Venezia del 99,6% dei passeggeri. Se nel 2019 erano arrivati 1,6 mln di visitatori, nel 2020 sono crollati a 5.653. Inoltre si sono praticamente azzerato i meeting aziendali in presenza, i convegni e i congressi. Su 61,3 mln di euro di perdita complessiva di fatturato registrato sino a marzo 2021 da tutto il comparto taxi presente nel Veneto (costituito da 734 licenze), 47,5 mln (77,5% del totale) è in capo ai titolari di licenza del Comune di Venezia (370 licenze). (ANSA).