Cerimonia a un anno da prima vittima malattia
Stamani un 'abbraccio a distanza' tra i sindaci di Vo' Euganeo e Codogno, le prime due comunità colpite dai lutti della pandemia, in una breve cerimonia nella località padovana, a un anno dalla prima vittima del covid, Adriano Trevisan. E nella cittadina lodigiana tv da tutto il mondo per la cerimonia di inaugurazione e benedizione del memoriale dedicato alla comunità "resiliente".
Un ulivo piantato in una delle rotatorie d'accesso a Vo' Euganeo (Padova) ricorda da oggi la prima vittima in Italia e in Veneto per Covid-19, assieme alle altre cinque vittime della malattia nel paese.
La cerimonia, dopo le testimonianze di amministratori, politici e scienziati, si è tenuta stamani, primo anniversario della morte di Adriano Trevisan, deceduto il 21 febbraio 2020 all'ospedale di Schiavonia. Seguirono i concittadini Renato Turetta, Andreina Santimaria, Franca Gomiero, Vanni Ambrosi e Giselda Toniolo.
"Sgomenti - ha scritto il sindaco Giuliano Martini - ci siamo ritrovati a essere la prima zona rossa d'Italia, chiusa da un cordone sanitario che ci ha certamente permesso di contenere il contagio, ma sicuramente senza il nostro forte senso di responsabilità a nulla sarebbe valso quel periodo di chiusura totale. E' stato un anno veramente difficile sia dal punto di vista sociale che economico. Con l'augurio che presto si possa riprendere una vita 'normale', ringrazio tutti i Concittadini per aver tenuto alto l'onore del nostro Territorio e della nostra Nazione".
Alla rotatoria "del Secchio delle Streghe", il parroco don Mario Gazzillo ha benedetto l'ulivo donato dal Lions Club "Colli Euganei Dogi Contarini", con una targa che riporta un verso di Ugo Foscolo: "Un uomo non muore mai se c'è qualcuno che lo ricorda".
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