La Laguna deserta in scatti eccezionali ed irripetibili
(di Francesco Bongarrà) (ANSA) - ROMA, 03 DIC - DANIELLE E LUC CARTON, 'VENEZIA DESERTA' (EDIZIONI JONGLEZ, PP. 256, 35 EURO) Otto marzo 2020. Con il lockdown deciso per contrastare l'epidemia di Covid-19 tutto si ferma in Italia, e anche Venezia entra in una severa e storica quarantena. Un cielo senza aerei, negozi chiusi, tende abbassate, canali trasformati in specchi riflettenti perchè nessuna imbarcazione di passaggio increspa la superficie dell'acqua, gondole ferme agli attracchi, il solito fiume vociante di turisti completamente sparito. E' una città dall'atmosfera unica quella fotografata durante il lockdown di marzo da Danielle e Luc Carton e protagonista del nuovo volume edito da Jonglez "Venezia deserta", disponibile anche in francese, inglese e tedesco.
Un reportage fotografico eccezionale con calli, portici, campi, campielli, canali, rii completamente vuoti. Luoghi simbolo dell'Italia nel mondo come la splendida piazza San Marco, di solito brulicante di vita ma che in questa occasione appare come la scenografia di una temporanea ritirata degli esseri umani; le tavole utilizzate per le passerelle dell'acqua alta accatastate con ordine ai margini della piazza, insieme a sedie e tavolini dei bar, desolatamente chiusi. La perfetta geometria delle ombre accompagna ed evidenzia dolcemente i profili di edifici, colonne, scale. Gli unici attori protagonisti sono l'immensità dello spazio e il silenzio. Niente più campane per le messe, solo il rintocco delle ore, l'unico e ultimo suono regolare della giornata. Neanche la più piccola imbarcazione in circolazione, a parte i rarissimi battelli che trasportano merci.
Ed ecco quindi un Canal Grande 'addormentato', con l'acqua appena increspata dalla brezza, le saracinesche chiuse a Rialto, la stazione ferroviaria di Santa Lucia senza viaggiatori, i ponti solcati da nessun'anima viva, i piccioni che riescono ad appollaiarsi senza temere che qualcuno possa arrecare loro disturbo.
Il reportage fotografico di "Venezia deserta" rappresenta una preziosa ed unica testimonianza di un'eccezionale letargia, in cui la frenesia lascia il posto alla calma, il brulicare allo spazio vuoto. Solo aguzzando gli occhi sarà possibile scorgere tracce di 'presenza umana': qualche panno steso, alcuni striscioni colorati alle finestre con il messaggio dell'auspicio, protagonista dei social dei mesi del lockdown, "andrà tutto bene". Un volume che offre a tutti la percezione di una Venezia che non avremmo mai immaginato, in cui - almeno per qualche momento - il piombo della preoccupazione può riuscire a trasformarsi nell'oro di un'intimità ritrovata. (ANSA).