Fase 3: inaugurato impianto mascherine a Portogruaro

Veneto
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Produrrà 6 mln di pezzi al mese

(ANSA) - FOSSALTA DI PORTOGRUARO, 10 AGO - È stato inaugurato questa mattina alla Chiros di Fossalta di Portogruaro (Venezia) il nuovo macchinario (il primo in Italia di questo tipo) per la produzione automatizzata di mascherine chirurgiche di tipo Ffp2 al servizio delle necessità nazionali. Un investimento cui si è giunti grazie al fattivo supporto di Confindustria Alto Adriatico finalizzato a una produzione media mensile di circa 6 milioni di pezzi. «Abbiamo risposto all'appello rivolto al sistema industriale per rendere autosufficiente il Paese in ordine ai presidi sanitari fondamentali - le parole del presidente di Confindustria Alto Adriatico Michelangelo Agrusti - abbiamo accettato la sfida individuando un imprenditore disposto a rischiare del suo e al quale abbiamo fornito tutta l'assistenza necessaria. Abbiamo risposto a un appello patriottico: non dimentichiamoci che all'inizio eravamo del tutto sprovvisti di questi dispositivi, li importavamo, talvolta non sapevamo cosa fossero, i prezzi erano elevatissimi, da pura speculazione".
    "Il commissario Arcuri, allora, disse che voleva le mascherine nelle farmacie a mezzo euro l'una, tutti insorsero dicendo che quel prezzo avrebbe messo le aziende nella impossibilità di poter agire in condizioni economiche - ricorda Agrusti -: i fatti dimostrano che non era così: l'insieme del sistema ha reagito positivamente, abbiamo una filiera quasi completa.
    Questa è la testimonianza di come il nostro manifatturiero sia in grado di fare cose complesse e rispondere anche a straordinarie emergenze».
    Agrusti ha concluso il suo intervento spiegando che «in un Paese di gente urlante è stato dimostrato che si può essere silenziosi e fare al tempo stesso le cose con grande successo, è l'esempio di ciò che andrà fatto nei prossimi anni: la politica di reshoring - ha concluso Agrusti - è fondamentale, siamo in grado di realizzare buona parte di ciò che in questi anni abbiamo demandato all'estero. Un'utile soluzione per aggredire la montagna del debito pubblico». (ANSA).
   

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