Intervista con Ortombina lunedì in diretta Facebook
(ANSA) - VENEZIA, 11 GIU - Con i festeggiamenti per il novantesimo compleanno di Pier Luigi Pizzi riprenderà l'attività del Teatro La Fenice di Venezia. Il sipario si alzerà per un'intervista al grande artista e uomo di teatro, che sarà condotta dal soprintendente Fortunato Ortombina, dalla Sala grande di Campo San Fantin, con il dichiarato intento di celebrare una delle figure più significative del teatro italiano, uno degli amici più affezionati e stimati dal Teatro veneziano.
Il video della conversazione tra Pizzi e Ortombina sarà trasmesso in diretta Facebook nel giorno del compleanno, lunedì 15 giugno alle ore 11.00, e successivamente sarà condiviso sugli altri social network - Instagram e YouTube - del Teatro La Fenice.
Ortombina indagherà la storia personale e professionale di Pizzi, a partire dagli studi di architettura al Politecnico di Milano per poi ricordare gli allestimenti e gli spettacoli che lo hanno reso un punto di riferimento assoluto per il teatro di tutto il mondo, con i premi e i riconoscimenti ricevuti - tra i quali il Premio Una vita per la musica assegnatogli dalla Fenice nel 2005 - così come le pubblicazioni che hanno reso leggendari i capolavori creati nel corso della sua carriera. Ci si soffermerà inoiltre sulle esperienze di Pizzi alla Fenice, dalle prime apparizioni del Festival della Prosa della Biennale nel 1951, con le scenografie dell'Avaro di Goldoni con la regia di Cesco Baseggio; passando per produzioni memorabili, come il Parsifal di Wagner del 1983 in occasione del centenario della morte del compositore; fino al Maometto II di Rossini, messo in scena nell'ambito della stagione inaugurale del Teatro ricostruito, o gli allestimenti di Alceste di Gluck, The Turn of the Screw di Benjamin Britten o Die tote Stadt di Erich Wolfgang Korngold. Pizzi ebbe anche il ruolo di consulente e supervisore per gli arredi e gli aspetti estetici della Sala grande e delle Sale Apollinee durante lavori di ricostruzione della sede storica del Teatro, da lui considerato uno degli spazi scenici più consoni al suo lavoro. (ANSA).