Antologica alla Fondazione Cini per oltre 50 anni attività
(ANSA) - VENEZIA, 12 SET - Emilio Isgrò, pittore e poeta, ma anche romanziere, drammaturgo o regista, portatore di un percorso creativo ed estetico basato sulla "cancellatura", di quei segni neri a coprire le parole di libri, di mappe o carte geografiche fin dagli inizi degli anni '60, ricorda, "in tempi in cui bisogna stare un po' attenti", che l'arte "non risolve i problemi, ma ha la capacità di segnalarli al momento giusto". L'artista, protagonista di una mostra antologica alla Fondazione Cini a Venezia dal 13 settembre al 24 novembre, a cura di Germano Celant (catalogo Treccani), affida da oltre 50 anni la creazione di nuove immagini, di nuove visioni, alla cancellatura, a quel segno, ora nero di pennarello ora fatto con il bianchetto, steso con cura a coprire ad una ad una le parole sui libri, lasciandone però alcune visibili, "libere" di creare forse nuovi testi rispetto a quello originario.
E' una esposizione particolare quella allestita nelle sale della Cini, dove al percorso delle opere si accompagna un allestimento che crea un'ambiente-opera con le pareti coperte dalle pagine di "Moby Dick" di Herman Melville, su cui è l'artista è intervenuto con la "cancellatura". (ANSA).