Allo Stadio Rocco per presentare il Mundialito. Accolto da eroe
(ANSA) - TRIESTE, 30 DIC - Sulla giacca nera di pelle risaltava particolarmente, quasi luccicava, la sciarpa rossa della Triestina che portava al collo. Quando uscì dal corridoio degli spogliatoi sul manto verde dello stadio Rocco la folla - già convinta che fosse un eroe, il più grande di sempre - cadde in visibilio: l'inarrivabile Pelè come uno dei nostri. Era il 1993, il fuoriclasse aveva 52 anni, avrebbe forse ancora potuto dire la sua in campo, ma non era venuto per giocare tra i 'greghi' bensì per presentare la Copa Pelé 93, il IV Mundialito Masters football Austria/Italy, un campionato tra Trieste e Klagenfurt da disputare in luglio cui partecipavano giocatori di più di 40 anni di otto squadre nazionali divise in due gironi (Austria, Germania, Uruguay e Argentina; Olanda Inghilterra Brasile e Italia).
La 'perla nera', ambasciatore mondiale del calcio, da buon carioca sentì le vibrazioni della tifoseria italiana e si diede a qualche corsetta, a una rincorsa con calcio al pallone lanciato sugli spalti; infine, avvicinatosi alla rete che impediva agli spettatori di invadere il campo, si trattenne a firmare decine di autografi e a scambiare qualche parola. Al termine della presentazione del torneo, sorridente e parlando in italiano, aveva concesso un'intervista ai microfoni della Rai.
Quello del Mundialito è "un calcio senza pressione, l'intenzione è divertirsi. Io penso che è una buona opportunità per venire allo stadio" si vedrà "un calcio bello, pulito". Affianco a lui, uno già stempiato Franco Causio, capitano degli azzurri, contento che il torneo si sarebbe disputato in Italia. (ANSA).