Comodin dirige zio in 'commedia documentaria' in gara a Locarno
(ANSA) - LOCARNO, 08 AGO - Pier Luigi Mecchia, zio del regista, che nella vita fa realmente il vigile di campagna è il carismatico protagonista scelto da Alessandro Comodin per Gigi La legge, mix tra documentario e fiction ("Lo potremmo chiamare forse una commedia documentaria" suggerisce il produttore Paolo Benzi) che debutta in anteprima mondiale in gara al Locarno Film Festival. Per il cineasta friulano cresciuto tra San Vito al Tagliamento, Latisana e San Michele, è un ritorno al Festival dove nel 2011 aveva vinto il Pardo d'oro Cineasti del Presente con L'estate di Giacomo. "Con questo film sono tornato a casa, il paese dove abbiamo girato è il luogo dove sono cresciuto - spiega -. Il punto di partenza di tutto è stato il bellissimo giardino nella casa di mia nonna, dove ora vive Gigi, che lo cura". Un luogo dalla natura lussureggiante che unisce fascino e caos, dal quale è nato il viaggio costantemente on the road della storia (dalla prospettiva dell'auto di servizio di Gigi). Si mescolano commedia, dramedy e un accenno di mistero, legato anche al ritrovamento, all'inizio della storia, dei corpo di una donna suicida sulle rotaie, in un luogo già scelto da altri per togliersi la vita. Un dramma sul quale Gigi investiga che è uno dei tanti momenti nelle sue lunghe giornate (tra allarmi incendi da controllare a una ragazza da accompagnare all'ospedale psichiatrico). Lui le vive, anche nelle fasi più difficili, con il sorriso, ma non dimenticando spazi di riflessione più intimi.
Percorsi nei quali spesso è accompagnato da colleghi, che gli consigliano prudenza, come Annalisa o ne vengono incuriositi come Paola. "Pier Luigi è un vigile urbano buono. Ha una faccia pubblica molto grande e empatica. Ha anche un lato molto vertiginoso, molto profondo che lo porta ad esempio a commuoversi per ciò che gli capita di vivere con il suo lavoro - spiega Comodin parlando dello zio - E' personaggio straordinario, che trasmette tanto amore. Andava trovato però il 'vestito' giusto per raccontarlo, perché da protagonista di un film è un diamante grezzo, splendido e fragilissimo". (ANSA).