Covid: Ishiguro si interroga su condizionamenti narrativa

Friuli Venezia Giulia
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Nobel, inizio a dubitare mio lavoro scrittore, da che parte sto

(ANSA) - TRIESTE, 18 SET - "Durante la pandemia hanno iniziato a farsi strada in me, mai come prima di allora, dubbi sul ruolo della narrazione nella vita odierna, e in particolare sul suo potere nell'influenzare la percezione della realtà". Lo ha detto il premio Nobel Kazuo Ishiguro intervenendo in collegamento a Pordenonelegge, presentando 'Klara e il Sole' (Einaudi), il suo ultimo libro.
    "Ovviamente le narrazioni hanno aiutato moltissime persone ad affrontare la solitudine causata dal Covid, ma c'è dell'altro: in questi mesi abbiamo assistito all'accrescimento di due tipi di verità diametralmente opposte" ha proseguito. "Da un lato la scienza, con la sua verità basata sui dati, dall'altro una verità soggettiva, emotiva: se credi abbastanza fortemente che Trump sia stato vittima di brogli elettorali, quella diventa la verità. Se dentro di te senti che il Covid è stato creato dall'uomo per sconvolgere il mondo, quella diventa la verità".
    "È allora - ha spiegato lo scrittore - che ho iniziato a dubitare del mio lavoro di scrittore: ho iniziato a chiedermi da che parte sto. Scrivere libri non è un'attività fondata sui dati, ma sui sentimenti: noi autori riusciamo a fare in modo che la gente creda nel mondo di finzione che costruiamo perché li controlliamo emotivamente. Mi sono chiesto se ciò che ho fatto con la mia arte abbia, seppur in minima parte, contribuito a rafforzare nelle persone l'idea che ciò in cui credono abbastanza fortemente abbia il diritto ad essere considerata come una verità". (ANSA).
   

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