'Accorciare distanze tra persone'. Omelia in giorno patrono
(ANSA) - TRIESTE, 03 NOV - Occorre "aprire gli occhi, solidali e amorevoli, verso alcuni 'nuovissimi poveri'", persone che a causa dell'emergenza covid e delle restrizioni "sono rimaste senza lavoro". "Sono certo che la nostra Città, tra Istituzioni, organismi della società civile, persone di buon cuore, farà di tutto per accorciare la forbice che segna distanze non tollerabili tra coloro che possono, sempre meno numerosi, e coloro che non sono in grado, purtroppo in crescente aumento". Lo ha affermato l'arcivescovo di Trieste, Monsignor Gianpaolo Crepaldi, durante l'omelia pronunciata in occasione della ricorrenza del patrono della città, San Giusto.
"Molte a Trieste - ha ricordato Crepaldi - erano le persone che si accontentavano di guadagnare la giornata con salari irrisori. Ora, a seguito delle chiusure di molti esercizi e dell'impossibilità di recarsi nei luoghi dove abitualmente operavano, sono rimasti senza lavoro, previdenza e denaro per la quotidianità". Un fenomeno "nascosto, silenzioso, che ha creato molti nuovissimi poveri che non hanno altro modo per sopravvivere se non di rivolgersi alla nostra Caritas diocesana oppure di chiedere un aiuto economico".
Crepaldi ha quindi ricordato le "dolorosissime e inedite sfide che abbiamo di fronte: crisi del Covid-19, misure sanitarie che stanno colpendo irrimediabilmente la nostra economia, pericolo incombente di disordini sociali, indebolimento di famiglia naturale e costumi morali, attacchi e profanazioni dei luoghi di culto, diffondersi di un islamismo radicale e violento". "È come se la civiltà dell'amore - ha concluso - con i suoi valori e principi cristiani e di legge naturale rischi seriamente di implodere per sempre". (ANSA).