Messaggio per Occidente. Riflettere anche su incarcerazioni
(ANSA) - TRIESTE, 17 LUG - "Preoccupante quel gesto di islamizzare la Hagia Sofia! Come del resto devono far riflettere tutte quelle incarcerazioni di giornalisti e persone libere che si sono esposte con manifestazioni per una Turchia democratica, laica e rispettosa del diritto della libertà religiosa". E' il commento di mons. Ettore Malnati, vicario episcopale per il laicato e la cultura diocesi di Trieste, alla firma del protocollo stamani per la nuova gestione di Santa Sofia, dopo la conversione da museo in moschea. Da parte di Recep Tayyip Erdogan il passaggio costituisce la "firma" della "scelta di islamizzazione" ricordando che Santa Sofia è stata "per più di mille anni chiesa cristiana" e che l'edificio fu "realizzato per il culto cristiano dall'imperatore cristiano Giustiniano". Mons.
Malnati ripercorre la storia di Santa Sofia, ricordando che rimase cristiana sino al 28 maggio 1453, quando Mehmet II conquistò Costantinopoli entrò tronfio in S. Sofia, sottraendola al culto cristiano e proclamando l'Hagia Sofia moschea, in disprezzo ed onta dell'intera cultura e spiritualità dell'Occidente, con l'obiettivo dell'umiliazione e l'annientamento del mondo e della cultura cristiana, facendo di ciò il criterio base dell'Impero ottomano. Eppure sua madre era cristiana-serbo ortodossa", indica il vicario episcopale.
Dunque, il Pontefice romano Pio II, Enea Silvio Piccolomini "per arginare questo 'imperialismo' e tutelare le Chiese ortodosse del Peloponneso" chiese aiuto "ai veneziani e ai principi cattolici" e "scrisse allo stesso Mehmet II dopo che questi aveva conquistato la Serbia nel 1459 e nel 1460 il Peloponneso e con ferocia nel 1462 l'isola di Lesbo e nel 1463 la Bosnia". Nel documento Piccolomini chiese al sultano di abbracciare la fede di sua madre, cristiana, e "di abbandonare l'odio e l'espansionismo violato e di vivere in pace". Per mons.Malnati, "grande è stato il gesto di Pio II. Miope l'indifferenza dell'occidente di fronte ad un'ideologia espansionista contrabbandata dalla 'bandiera' religiosa". Questa scelta di Erdogan - che "si è richiamato sovente alle gesta del sultano Mehmet II, indicando così di volersi smarcare dalla laicità di Atatürk - è un messaggio per l'occidente e per gli stessi Paesi islamici di integralismo ideologico che non va certo nella direzione di una società politica tollerante e di una tensione internazionale rispettosa di culture e spiritualità plurali".
Fenomeno che ha destato preoccupazione anche all'Onu e in Papa Francesco. (ANSA).