Dell'Acqua, uno dei medici protagonisti, la ripercorre con Cirri
(ANSA) - TRIESTE, 25 MAG - Erika Rossi ci ha messo la regia, il conduttore radiofonico Massimo Cirri la tagliente ironia, lo psichiatra Peppe Dell'Acqua i ricordi e il cuore. Così i due protagonisti, seduti su una panchina di legno di quelle corrose dal tempo, ricordano una delle rivoluzioni medico-cultural-sociali più radicali dei tempi moderni: l'apertura dei manicomi voluta da Franco Basaglia. A Trieste è andata in scena la 40/a rappresentazione, ultima di due cicli di repliche in Italia di "(Tra parentesi) la vera storia di un'impensabile liberazione". Era il 16 novembre 1961 quando a Gorizia un medico di 37 anni entrò nel manicomio e rimase tanto colpito dalla reclusione e dai metodi terapeutici medievali che avrebbe trascinato un manipolo di psichiatri e psicologi, sorretto da un sensibile ambiente politico, nel gorgo di una visione che avrebbe segnato loro la vita. A Trieste, qualche anno dopo. Tra questi, non ancora laureati, c'era Dell'Acqua, salernitano, studente a Napoli. Giunse a Trieste disorientato, non è più partito.