Difesa, grande ingiustizia. Parti civili, tragedia ma voluta lui
(ANSA) - TRIESTE, 2 MAR - "Non è giusto che paghi io per questi fatti che non ho commesso". E' l'unico commento espresso ieri sera da Giosuè Ruotolo subito dopo la lettura della sentenza di appello che ha confermato la condanna all'ergastolo a suo carico per il duplice omicidio di Teresa Costanza e Trifone Ragone.
"Ruotolo è affranto - ha riferito uno dei suoi difensori, Roberto Rigoni Stern, al quale Ruotolo ha espresso il proprio sfogo - perché era convinto di riuscire a persuadere i giudici della sua estraneità". Dopo la lettura della sentenza Ruotolo è stato riportato nel carcere di Belluno.
Per quanto riguarda la sentenza, ha aggiunto Rigoni Stern, "riteniamo che questa sia stata una grande ingiustizia, alla luce della prospettazione complessiva dei fatti, dove non c'è assoluta certezza che Ruotolo fosse sulla scena del delitto".
Secondo l'avvocato di parte civile, Carla Sgarito, questa è "una vicenda spiacevole per tutti, però l'ha voluto lui, Giosuè". Il processo "non è indiziario": "indizi e prove portano a lui".