Sollecito, si voleva dare un colpevole all'opinione pubblica

Trentino Alto Adige
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Intervento al collegio arcivescovile di Trento

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(ANSA) - TRENTO, 02 DIC - "Ero uno di voi, anche se voi siete studenti del liceo. E avevo la passione per i manga e gli 'anime' giapponesi, che penso molti di voi abbiano". Così Raffaele Sollecito, ospite al collegio arcivescovile di Trento per il progetto carcere "Spes contra spem", che coinvolge le classi di quinta superiore.
    "Avete mai visto il film 'Yara'? In quella pellicola si vede la folla pronta ad aggredire il pm perché ancora non è riuscito a prendere il colpevole. Anziché ragionare e dire 'attenzione, dobbiamo arrivare alla verità', c'è la comunità che si muove perché ha paura di non riuscire ad arrivare a quella verità. Non dovete mai entrare nel tranello di farvi prendere dall'emozione, perché è ingannevole. Anche nel mio caso è stato così: si voleva dare in pasto un colpevole all'opinione pubblica", ha detto Sollecito parlando con gli studenti delle classi quarta e quinta superiore.
    Prima dell'assemblea, gli studenti si sono preparati in classe studiando il caso. "L'hanno valutato senza pregiudizi, con una sincerità e con una chiarezza che mi ha sorpreso molto, perché non hanno vissuto quest'evento con il filtro della stampa", ha affermato la promotrice dell'iniziativa, la professoressa Giuseppina Coali.
    All'evento erano presenti anche Filippo Fedrizzi, avvocato penalista e presidente della Camera penale di Trento, e Cristina Sartori, grafologa giudiziaria e consulente investigativa.
    "Ci sono 56.225 detenuti nelle carceri italiane, secondo un dato aggiornato al 31 ottobre 2022. Tra queste, 39.702 persone sono condannate in via definitiva, dopo tre o più gradi di giudizio. Risulta quindi che abbiamo 16.523 persone che sono in carcere pur essendo presunti innocenti. I gradi di giudizio, nel caso di Raffaele, sono stati cinque", ha spiegato Fedrizzi.
    (ANSA).
   

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