Per associazione per delinquere finalizzata a traffico e spaccio
(ANSA) - TRENTO, 22 APR - La procura distrettuale di Trento ha rinviato a giudizio 47 indagati per associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, con l'aggravante del numero dei partecipanti superiore a dieci. Tra i rinviati a giudizio, anche le sedici persone che lo scorso 13 ottobre furono sottoposte a misura cautelare, all'esito della operazione "Acqua Verde", condotta tra ottobre 2019 e dicembre 2020 dai carabinieri del Nucleo investigativo di Trento, che consentì di individuare e smantellare una rete di spaccio su piazza Dante, nei pressi della stazione ferroviaria del capoluogo. Inoltre venne individuato un vero e proprio "centro nazionale di smistamento", gestito da un gruppo di italiani su Roma, i quali avvalendosi di un'organizzazione criminale nigeriana, effettuavano spedizioni -a richiesta- in gran parte della penisola, con particolari interessi nel Nord-Est, comprese Trento, Bolzano e Trieste, dove venivano recapitate ogni giorno diverse decine di chilogrammi di marijuana, giunta in Italia dall'Albania, attraverso il canale d'Otranto.
Ai 47 - di cui 12 recidivi, precisa l'Arma - viene contestato di "essersi associati fra di loro, per commettere un numero indeterminato di delitti di acquisto, detenzione e vendita di sostanze stupefacenti, instaurando fra loro un rapporto continuativo caratterizzato da una suddivisione dei compiti".
L'acquisto si perfezionava a Trento attraverso contatti telefonici con utilizzo di sim intestate a soggetti fittizi, sostituite con regolarità, o anche tramite Whatsapp, Facebook e altri canali Voip. La droga veniva ridistribuita principalmente nella città di Trento, Bolzano, Merano, Rovereto, nella Piana Rotaliana e in altri comuni del Trentino Alto Adige, controllando le reti di vendita al dettaglio. (ANSA).