Alto Adige: consiglio ricorda i 50 anni del secondo statuto

Trentino Alto Adige
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Kompatscher e Mattei, autonomia storia di successo

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(ANSA) - BOLZANO, 20 GEN - Senza il secondo Statuto d'autonomia "lo sviluppo così speciale della nostra terra plurilingue non sarebbe stato possibile. Non sarebbe stato possibile conservare cultura, tradizioni ed elementi specifici locali, né gestirli in proprio per la nostra popolazione". Lo ha detto la presidente del consiglio provinciale di Bolzano, Rita Mattei, aprendo la seduta dedicata alla celebrazione del 50/o anniversario dell'entrata in vigore del secondo statuto di autonomia.
    Eppure, ha notato Mattei, proprio in Alto Adige questa autonomia viene spesso data per scontata, "per questo, il consiglio della Provincia autonoma di Bolzano ha promosso un concorso di video per classi scolastiche e uno per compositrici e compositori altoatesini, entrambi sul tema dell'Autonomia: in questo modo, abbiamo voluto sollecitare la riflessione sui vantaggi che essa ha portato. Si tratta di una storia di successo". Mattei ha espresso piena solidarietà al presidente della Provincia, Arno Kompatscher, e alla redazione del quotidiano "Alto Adige", fatti oggetto di intimidazione con l'invio di una busta contenente un proiettile.
    Lo stesso Kompatscher, intervenuto subito dopo, ha evidenziato l'importanza di celebrare il giubileo nel giorno esatto del 50/o anniversario dell'entrata in vigore dello Statuto, "che ha permesso di passare dall'autonomia regionale a quella provinciale, con competenze legislative e amministrative diventate parte della vita pubblica di tutta la cittadinanza".
    "L'autonomia, costantemente rinnovata per affrontare nuove sfide - ha detto il presidente altoatesino - è una storia di successo che ha garantito non assimilazione, ma benessere, anche grazie a una serie di strumenti che hanno permesso di tutelare la lingua e la cultura di tutti e tre i gruppi linguistici".
    "Il secondo Statuto di autonomia rafforzato - ha detto poi il vicepresidente del consiglio provinciale, Josef Noggler, ha inizialmente reso possibile a una minoranza che si sentiva minacciata di sentirsi al sicuro nella propria terra e questa è stata una delle più importanti condizioni che ha trasformato la provincia da una delle regioni più povere d'Italia a una delle più ricche d'Europa, cosa di cui beneficiano tutti".
    Il vicepresidente del consiglio provinciale Manfred Vallazza, intervenendo in ladino, ha sottolineato che "solo con il secondo Statuto di autonomia i ladini ottennero finalmente i diritti di una minoranza: il ladino divenne la terza lingua provinciale e fu riconosciuto ufficialmente come lingua di minoranza in Italia". (ANSA).
   

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