Droga: smantellata banda di spaccio a Trento, 16 arresti

Trentino Alto Adige

Operazione Questura di Trento con Brescia, Verona e Vicenza

La squadra mobile di Trento, coordinata dal servizio centrale operativo, in collaborazione con le squadre mobile di Brescia, Verona e Vicenza sta eseguendo 16 arresti, ed altrettante perquisizioni a carico di cittadini nigeriani, promotori ed associati ad un sodalizio criminale dedito al controllo dello spaccio di droga nel capoluogo trentino. 

Sono 16 le persone finite in carcere e 20 le perquisizioni effettuate, tra Trentino, Veneto e Lombardia, nell’ambito dell'operazione “Underground”, condotta dalla Squadra mobile della Questura di Trento e coordinata dalla locale Procura, che ha sgominato un'organizzazione criminale nigeriana dedita al traffico di sostanze stupefacenti.
Un’organizzazione, secondo gli inquirenti, di tipo piramidale: a Verona è stata individuata la base, nello specifico in un negozio di prodotti etnici nigeriani, in zona via XX settembre, nei pressi dell'ateneo. Lì si prendevano le decisioni e si assegnavano i pusher alle singole zone di Trento.
In una giornata ciascun pusher poteva arrivare a guadagnare 2.000-2.500 euro, soldi che versavano in una cassa comune che serviva per l'assistenza agli arrestati. Al vertice dell'organizzazione, una donna nigeriana, Agho Isoken Tina, detta Mamma T, che insieme al figlio e alla cognata, suoi sodali, secondo gli inquirenti gestiva il traffico. A Vicenza, invece, avveniva lo stoccaggio dello stupefacente. Secondo quanto emerso dalle indagini, si ritiene che vi fosse un reinvestimento di proventi derivanti dallo sfruttamento della prostituzione nel traffico di droga. I pusher, una decina quelli che si recavano nel capoluogo, non erano stanziali in Trentino: ogni mattina da Verona giungevano a Trento in treno.
“Abbiamo sempre avuto a che fare con persone poco collaborative, che non hanno mai voluto rivelare nulla. Prevalentemente richiedenti asilo, in condizioni di estrema debolezza, che piuttosto che essere scoperti o dover rendere conto ai capi, arrivavano ad ingerire le dosi, rischiando la propria vita", ha spiegato il capo della Squadra mobile di Trento, Tommaso Niglio.
Complessivamente, dai vari arresti, è stato sequestrato mezzo chilo di stupefacente tra cocaina ed eroina.

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