Rientrato in Italia con documenti falsi viveva in Trentino
(ANSA) - TRENTO, 29 AGO - Nel 2006 confessò l'omicidio del transessuale colombiano Juan Carlos Charria, detto Lupe. Quindi venne condannato a 14 anni di reclusione, scontati, per poi essere espulso dall'Italia con un provvedimento del Questore di Trento, Claudio Cracovia. Ma l'uomo, Engjell Ndreca, albanese di 33 anni, ha fatto comunque rientro in Italia dall'Albania utilizzando documenti falsi e trovando rifugio in un'abitazione ad Aldeno, a pochi chilometri da Trento. Qui, secondo gli investigatori della Squadra Mobile, che lo hanno arrestato ieri sera, il 33enne ha avviato una fiorente attività di spaccio di cocaina.
Le indagini sono nate da una serie di segnalazioni pervenute in Questura dai residenti, infastiditi dagli schiamazzi provocati dall'insolito andirivieni di persone, che a tutte le ore del giorno e della notte - secondo quanto riferiscono gli investigatori - salivano e scendevano dall'abitazione del uomo per acquistare droga.
Gli agenti della Mobile e dell'Ufficio immigrazione della Questura di Trento hanno atteso che il 33enne uscisse di casa e poi lo hanno fermato: addosso aveva alcune dosi di cocaina e in casa ne sono stati trovati 75 grammi, non ancora "tagliata", e un bilancio di precisione. "Prescindendo dalla quantità, non di poco conto, circa 75 grammi, è la purezza il dato investigativo significativo. Si tratta di cocaina pura, in grado di fornire approssimativamente, in un rapporto di 1 a 3 dosi, ogni grammo di cocaina tre dosi, un guadagno presumibile superiore ai 10.000 euro, una volta venduta al dettaglio", sottolinea il vicequestore e capo della Squadra Mobile, Tommaso Niglio.
(ANSA).
Data ultima modifica