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Coronavirus, le difficoltà dell'indagine di sieroprevalenza. VIDEO

Piemonte

Presso il polo logistico della Croce Rossa di Bussoleno, in Val di Susa, si sta conducendo l'indagine di sieroprevalenza, organizzata dal ministero della Salute e dall'Istat, su un campione di 150mila persone

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Presso il polo logistico della Croce Rossa di Bussoleno si sta conducendo l'indagine di sieroprevalenza organizzata dal ministero della Salute e dall'Istat. Quello in Val di Susa è uno dei cinque call center del Piemonte che dallo scorso 25 maggio stanno conducendo lo studio sul campione di 150mila persone in tutta Italia. (DIRETTA)

L'indagine di sieroprevalenza

Lo studio, effettuato su un campione statistico suddiviso per età, zone geografiche e con oltre 2mila comuni interessati, serve a tracciare una mappa della diffusione del coronavirus in Italia. Alle persone viene chiesto di sottoporsi al test, tramite un prelievo in un laboratorio della Asl, per capire se abbia o meno contratto il virus. L'adesione è volontaria, non ci si può candidare e il test è gratuito, ma l'indagine sta incontrando parecchie difficoltà per la diffidenza dimostrata da chi viene contattato che, in parte, teme di essere vittima di un raggiro o che si tratti di un tentativo di vendita di prodotti.

Le difficoltà nel condurre l'indagine

“Al momento il grado di adesione all'indagine è di circa il 30% - spiega un membro della Croce Rossa – Le aspettative erano più ampie, ma chiaramente da parte della popolazione c'è scetticismo. Le persone hanno paura perché l'indagine va a rilevare anche eventuali positivi asintomatici che quindi possono essere sottoposte a misura di quarantena – spiega ancora un ragazzo della Croce Rossa prima di concludere con un invito a partecipare – È importante aderire per un senso di cittadinanza attiva, di comunità, è il nostro Paese che ci sta chiedendo questo dato, è onere di tutti noi cittadini partecipare e contribuire all'indagine”.