Coronavirus Piemonte, iniziano le prove per la riapertura delle scuole

Piemonte

La sperimentazione inizierà settimana prossima e sarà effettuata in sette istituti, cinque di questi a Torino. I test serviranno per riprogrammare le attività scolastiche implementando le misure a tutela della salute messe a punto dal Politecnico 

Iniziano la prossima settimana in sette scuole del Piemonte, cinque delle quali a Torino, i cosiddetti 'beta test': le prove delle misure messe a punto dal Politecnico di Torino per la ripresa delle attività scolastiche. La sperimentazione riguarda tutte le procedure organizzative, i turni, l'uso degli spazi, i flussi di entrata e uscita e servirà per riprogrammare le attività scolastiche tutelando la salute e i bisogni degli alunni e delle loro famiglie. Il contributo di Torino riguarda in particolare nidi e scuola dell'infanzia. (DIRETTA)

I principali punti della sperimentazione

Per la definizione di un nuovo modello organizzativo per la ripresa delle attività nelle scuole, a partire dalle strutture educative per l'infanzia, si è tenuto conto, dal punto di vista tecnico, della diminuzione delle presenze con la formazione di piccoli gruppi stabili, il distanziamento, attraverso l'uso opportuno di tutti gli spazi disponibili, dentro e fuori delle strutture scolastiche, l'uso di dispositivi, la sanificazione di arredi, materiali didattici e ambienti, la promozione di comportamenti responsabili tramite l'informazione e formazione di tutti.

L'ipotesi di creare micro-comunità

La formazione tra famiglie di micro-comunità spontanee per accogliere piccoli gruppi di bambine e bambini, sotto la guida del nido di riferimento, è una delle ipotesi formulate dal Politecnico di Torino per la ripresa dell'attività didattica per i più piccoli. Lo spiega Antonietta Di Martino, assessore all'Istruzione del Comune di Torino, che nel lavoro del Politecnico si è concentrato in particolare sulla fascia 0-6 anni. "Più i bambini sono piccoli più occorre fare valutazioni specifiche nelle singole strutture, tenendo conto che le necessità di accudimento richiedono un rapporto personale diretto e risulta quindi impossibile attuare misure di distanziamento interpersonale - spiega Di Martino - Un lavoro basato, come principio di fondo, sulla necessità di integrare i diritti fondamentali delle bambine e bambini, ragazze e ragazzi allo studio, al successo formativo, e all'inclusione con la tutela della salute e sicurezza di allievi, personale e tutti i soggetti impegnati nel mondo scolastico e tenendo presenti le necessità di conciliazione famiglia lavoro dei genitori". Per i mesi estivi si pensa invece alla organizzazione di un ventaglio di possibilità, "anche utilizzando forme 'a bassa soglia', cioè con orario limitato come ludoteche, attività di gioco, attivando tutte le collaborazioni pubbliche e private già presenti nel sistema educativo - spiega ancora Di Martino - Naturalmente tutto da realizzare definendo un Protocollo nazionale sulle procedure di sicurezza per le riaperture e considerando le necessità di stanziamenti per affrontare i maggiori costi materiali e organizzativi".  

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