Coronavirus, l’arcivescovo di Torino: “Aprire chiese ai clochard”

Piemonte

"Si tratterebbe - spiega monsignor Cesare Nosiglia - di mettere a disposizione una sala, ad esempio, dell'oratorio (al momento inutilizzato) con adiacenti servizi igienici per ospitare, tra le 9 e le 17 di ogni giorno, un piccolo gruppo di 3 o 4 persone senza dimora"

L'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, ha lanciato un allarme insieme a Caritas, Migrantes e Pastorale della salute per quanto riguarda la situazione di senzatetto, anziani soli e richiedenti asilo durante l'emergenza coronavirus. "Una parte degli ospiti dei dormitori, la maggioranza, non possono rimanere in sede durante la giornata - sottolinea l'arcivescovo -. Trascorrono il tempo in strada, ivi compreso quello dedicato a consumare il pasto da asporto che le mense consegnano loro. Una situazione oggi particolarmente difficile".

La proposta dell'arcivescovo

L'arcivescovo ha quindi lanciato un appello alle parrocchie con una proposta. "A questa situazione potremmo fare fronte con l'aiuto delle parrocchie, soprattutto del centro cittadino - dice monsignor Nosiglia -. Si tratterebbe di mettere a disposizione una sala, ad esempio, dell'oratorio (al momento inutilizzato) con adiacenti servizi igienici per ospitare, tra le 9 e le 17 di ogni giorno, un piccolo gruppo di tre o massimo quattro persone senza dimora in modo che restino riparate. La fantasia della Carità di ciascuna parrocchia potrà eventualmente arricchire il soggiorno diurno, ad esempio, con un piatto di pasta al momento del pranzo o di un caffè a metà mattina e metà pomeriggio, ovviamente nel rispetto delle norme di distanza e igieniche per la prevenzione attualmente in vigore".

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