In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Manager Thyssen in carcere, Appendino: "Torino aspettava da tempo"

Piemonte
Foto di archivio (ANSA)

La sindaca ha commentato la decisione del tribunale tedesco che ha rigettato il ricordo dei due manager: "Sono vicina alle famiglie delle vittime, che hanno sempre chiesto giustizia senza mai fermarsi e tacere, con coraggio e determinazione"

Condividi:

"Poche ore fa è arrivata una notizia che la nostra città aspettava da tempo", ha spiegato la sindaca Chiara Appendino su Facebook, commentando la decisione del tribunale tedesco che ha rigettato il ricorso dei due manager. "Dopo 12 anni dal rogo della ThyssenKrupp avvenuto a Torino, Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz, dirigenti dell'azienda, andranno in carcere, condannati a 5 anni di detenzione. Il massimo previsto dalla legge tedesca. Sono vicina alle famiglie delle vittime, che hanno sempre chiesto giustizia senza mai fermarsi e tacere, con coraggio e determinazione" ha sottolineato Appendino che ha ringraziato "il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede e quanti in questi anni si sono sempre battuti per ripristinare verità e giustizia in una ferita mai rimarginata".

Bonafede: "Il pensiero va ai familiari"

"Il mio primo pensiero va ai familiari delle vittime che rivendicavano una risposta di giustizia. A loro va il mio più forte abbraccio", ha scritto su Facebook il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. A loro "avevo detto che non si poteva pensare di sfuggire alla giustizia italiana semplicemente varcando il confine", ha ricordato il ministro. "Non abbiamo esitato a sensibilizzare in ogni occasione e a differenti livelli le autorità tedesche sull'aspettativa italiana che la giustizia facesse il suo corso in tempi rapidi. Abbiamo seguito molto da vicino tutta la vicenda con la dovuta attenzione, considerato che in Germania come in Italia, la magistratura è indipendente", ha aggiunto ancora Bonafede. "Per questo - ha concluso - mi preme ringraziare gli uffici del ministero, gli uffici diplomatici italiani in Germania e anche chi, in quel Paese, ha mostrato sensibilità su questo tema".