Torino, scontri con polizia per Casapound: cinque antifascisti assolti
PiemonteTerminato il processo per gli incidenti del 22 febbraio 2018. La procura aveva chiesto condanne superiori ai tre anni di reclusione
Cinque assoluzioni al processo per gli incidenti del 22 febbraio 2018, a Torino, durante una corteo antifascista contro una iniziativa elettorale di Casapound. La procura aveva chiesto condanne superiori ai tre anni di reclusione. Casapound aveva organizzato un incontro in un hotel, ma quando il corteo si era avvicinato alla zona c'erano stati incidenti con le forze dell'ordine. Alcuni agenti erano anche rimasti feriti. "Gli episodi erano stati ingigantiti dai media. Si era parlato anche di vere e proprie bombe carta piene di chiodi, ma di tutto questo non c'è traccia negli atti processuali. Il processo ha riportato i fatti nella loro dimensione corretta", le parole dell'avvocato Claudio Novaro, difensore degli imputati.
Una sola condanna
L'unico condannato è un cittadino brasiliano che non risulta legato a gruppi antagonisti, considerato autore del lancio di bottiglie. All'indomani del corteo del 22 febbraio 2018 aveva fatto clamore i video che mostravano una maestra torinese, Flavia Lavinia Cassaro, inveire contro le forze dell'ordine.
Di Lorenzo: "Assoluzioni pessimo segnale"
Sulle assoluzioni degli imputati si è espresso anche il segretario generale provinciale del Siap, Pietro Di Lorenzo: "Nessuna sorpresa per l'assoluzione di cinque tra i sei imputati per i gravi fatti avvenuti il 22 febbraio 2018 - le sue parole -. Quella volta siamo andati vicino alla morte di un poliziotto, a causa delle bombe carta piene di pezzi ferro e chiodi, colpito solo per caso ad una gamba piuttosto che al collo o altra parte vitale, ma anche questa volta non ci sono colpevoli e tutto passa nel dimenticatoio"
E ancora: "Un pessimo segnale per una città ancora provata da violenze di delinquenti a cui viene purtroppo ancora data, anche da esponenti della politica locale, una copertura ideologica incompatibile con il buon senso ed il vivere civile", continua.
"E' per questo - conclude Di Lorenzo - che ribadiamo: la politica deve agire per cambiare le cose. E' giunto il tempo di rispondere alle nostre richieste: introduzione del magistrato in piazza durante le manifestazioni e reato di terrorismo di piazza, inasprimento delle pene per i reati commessi durante le manifestazioni e connessa revisione delle misure cautelari in maniera che chi attenta alla vita di poliziotti e cittadini durante i cortei resti in carcere veramente".