In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Piazza San Carlo, il Gup respinge l'istanza di nullità: imputata anche Chiara Appendino

Piemonte
Foto di archivio

Continua l'udienza preliminare per la sindaca e altri 14 imputati, riguardo alle presunte carenze di gestione durante la serata della finale di Champions del 3 giugno 2017

Condividi:

Il Gup Maria Francesca Abenavoli ha considerato valido il capo d'accusa preparato dalla Procura di Torino contro la sindaca Chiara Appendino, l'ex Questore Angelo Sanna e altri 13 imputati per i fatti di piazza San Carlo. Il Gup ha respinto l'istanza di nullità presentata dalle difese. Le accuse sono dunque di disastro, lesioni e omicidio colposo. L'udienza preliminare è ripresa nella mattina di oggi, venerdì 22 marzo, nell'aula bunker delle Vallette. 

Il procedimento

Il procedimento si riferisce alle presunte carenze nell'organizzazione e nella gestione della serata del 3 giugno 2017, quando un'ondata di panico tra la folla provocò 1.500 feriti, davanti al maxischermo dove veniva proiettata la finale di Champions League Juventus-Real Madrid. Per le gravissime ferite riportate nella calca sono morte due donne, Erika Pioletti, dopo 12 giorni in ospedale, e Marisa Amato, deceduta due mesi fa, dopo oltre un anno e mezzo di cure e sofferenze.

Difesa chiede chiarezza su caso Amato

I legali dei 15 imputati hanno chiesto maggiore chiarezza sul decesso della Amato. Gli avvocati insistono perché vengano acquisiti gli atti dell'inchiesta parallela che la Procura sta svolgendo sulle cause della morte della donna. Secondo quanto affermano, agli atti risulta che la donna fu colpita dalla tetraplegia solo il 6 giugno 2017. Ci sarebbe dunque una responsabilità da parte dei medici che la presero in cura: l'accusa di omicidio preterintenzionale mossa agli imputati, quindi, non dovrebbe essere valida. L'udienza è stata aggiornata al 27 giugno. Il rinvio è stato disposto anche per permettere il perfezionamento delle trattative per gli indennizzi alle parti civili.

Il processo alla 'banda dello spray al peperoncino'

In un processo separato, dove si contesta anche l'omicidio preterintenzionale, sono indagati quattro componenti della cosiddetta 'banda dello spray al peperoncino', accusati di aver scatenato il panico durante la proiezione della finale di Champions. La banda, composta di dieci giovanissimi marocchini, si serviva dello spray in luoghi affollati per mettere a segno furti e borseggi. Oggi si è tenuta l'udienza preliminare riguardo a 13 rapine e 29 furti, messi a segno durante un concerto di Justin Bieber a Monza, ai festival 'Notting Hill' di Londra e 'Tomorrowland' di Boom (Belgio), a un'esibizione della cantante Elisa a Torino e poi a Firenze, Milano, Reggio Emilia, Padova e anche in Francia. I componenti presenteranno le proprie proposte di patteggiamento. A seconda delle singole posizioni, le condanne spaziano dai 4 anni e 8 mesi ai 2 anni e 6 mesi di reclusione. I PM Roberto Sparagna e Paolo Scafi hanno comunque intenzione, secondo quanto si è appreso, di procedere a una nuova contestazione, sulla base di documenti arrivati negli ultimi giorni dalla Svizzera.