RoBee, abbiamo incontrato il primo robot umanoide made in Italy

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Roberta Giuili

L'idea della società Oversonic Robotics è stata quella di creare non un esemplare unico da laboratorio ma un prodotto di massa da sviluppare in larga scala per aiutare nei lavori più usuranti a livello fisico e psicologico

È un robot ma sembra un umano. Fa discorsi filosofici, ti offre da bere, può misurare la temperatura dei presenti. RoBee, così si chiama il primo umanoide Made in Italy, ricorda i film fantascientifici ma insieme sembra raccontare un futuro sempre più vicino.

Un prodotto di massa

Robee è stato sviluppato da Oversonic Robotics, società con base a Besana Brianza specializzata nella creazione di robot umanoidi collaborativi ed evolutivi, in un lavoro di oltre tre anni: l’obiettivo è stato ed è quello di creare un prodotto di massa. “Volevamo che si incrociassero la robotica sociale e la produzione industriale”, spiega Fabio Puglia, presidente e fondatore di Oversonic Robotics.

Con un corpo umano

Robee è alto 1,70 metri, pesa circa 70 chili e replica la struttura del corpo umano: si muove e vede tramite dei sensori e delle videocamere, può stringere la mano e con l’altra può prendere le cose grazie a una pinza meccanica, riconosce gli oggetti e le persone e capisce qual è il comportamento più adatto alla situazione. Non tanto un esemplare da laboratorio o da esposizione, unico e strabiliante, quanto un robot che entri in azienda per tutelare la sicurezza dei lavoratori, occupandosi delle mansioni più pericolose al livello fisico o psicologico. L’idea è di farlo entrare nel mercato nel 2022.

La spinta dell’emergenza sanitaria

“La spinta fondamentale è stata quella dell’emergenza sanitaria”, racconta Paolo Denti, amministratore delegato di Oversonic Robotics. “Ci siamo chiesti come la robotica potesse aiutare, ad esempio, all’interno di un reparto covid, dove chi vi lavora è esposto a un alto rischio di contagio. In questo senso abbiamo pensato a una macchina in grado di sostituire efficacemente le persone non solo sul piano tecnico, ma anche dal punto di vista umano”.

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