1983, l’estate degli “smanettoni"

Tecnologia

Cristian Paolini

hyper

Per il giovedì vintage di Game Show uno dei giochi che dominavano le sale giochi di 35 anni fa: Track & Field (o Hyper Olympic). E niente sarebbe più stato lo stesso…

Torna il giovedì vintage di Game Show con uno dei giochi che hanno fatto la storia delle sale giochi e delle console domestiche. Si tratta di un titolo sportivo uscito esattamente 35 anni fa nelle sale giochi di tutto il mondo e poi mutuato dalle console casalinghe: Track & Field di Konami. Conosciuto in Giappone come Hyper Olympic, è il gioco che ha dato un senso al termine “smanettare” nel vocabolario di uso corrente e non solo per i videogiocatori. Per riuscire nel gioco che proponeva sei discipline olimpiche (100 mt piani, salto in lungo, lancio del giavellotto, 110 mt ostacoli, lancio del martello e salto in alto) occorreva premere rapidamente i tasti e contemporaneamente coordinarsi con il furioso movimento di quello che ancora si chiamava joystick (almeno nelle sale giochi) e non era ancora pad (GUARDA IL VIDEO).

Un videogioco con i baffi

L’azione combinata serviva a simulare e conferire potenza agli atleti in alcune discipline, mentre in altre bastava premere i comandi con il giusto tempismo. Gli atleti impegnati nelle gare erano quattro ognuno di un’etnia differente, ma tutti con lo stesso look con baffi di ordinanza, e nelle prove di corsa si sfidavano a coppie. La grafica, visti i tempi, era bidimensionale, con visuale di lato a parte alcune specialità come il lancio del martello che era dall’alto (in uno dei sequel sarà inserito il tiro a piattello). Le possibilità a disposizione per non fare scattare il game over prima di avere completato le sei specialità erano tre. Il numero perfetto, come la colonna sonora: Charriots of fire di Vangelis, quella di Momenti di gloria per intenderci, a risarcire i minuti di dolore alle mani degli imberbi (ma virtualmente baffuti) videogiocatori.

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