WhatsApp, il co-fondatore Brian Acton lascia la società

Tecnologia

Dopo 8 anni, abbandona uno dei due creatori della piattaforma di messaggistica istantanea. Si dedicherà a progetti legati al no-profit. Ma potrebbero aver pesato le divergenze sulla gestione dell'app

Il co-fondatore di WhatsApp, Brian Acton, lascerà la società dopo 8 anni. Lo ha annunciato in un post sul suo profilo Facebook. Acton, ex dipendente di Yahoo!, ha creato la piattaforma di messaggistica istantanea nel 2009, assieme Jan Koum, volto più noto e attuale Ceo della compagnia.  

Il messaggio su Facebook

"Dopo 8 anni – scrive Acton – ho deciso di lasciare WhatsApp e di iniziare un nuovo capitolo della mia vita. Sono fortunato perché alla mia età ho la flessibilità per prendere nuovi rischi e focalizzarmi sulle mie passioni". E così, a 45 anni e con qualche miliardo in tasca, Acton ha deciso di "avviare una non-profit che unisca attività senza scopo di lucro, tecnologia e comunicazione". "Ci ho pensato a lungo - continua – e adesso è tempo di fare. Vi saprò dire di più nei prossimi mesi". Nel suo messaggio Acton definisce l'addio "una scelta difficile" e dice di essere "orgoglioso di quello che abbiamo realizzato in così pochi anni".

Chi è Brian Acton

Rispetto a Koum, Acton ha sempre preferito lavorare nelle retrovie e restarsene in disparte, più lontano dalle luci dei riflettori. Fino ad ora, ha guidato il team di ingegneri di WhatsApp. Anche lui, come Koum, era diventato miliardario dopo la vendita della loro creatura a Facebook, un affare da 19 miliardi di dollari. Forbes gli accredita un patrimonio da 6,5 miliardi di dollari, 3 dei quali incassati proprio all'atto della vendita. La sua vena filantropica, che adesso si rivolgerà verso un'attività no-profit in prima persona, era già emersa in passato: Acton ha donato una quota delle sue azioni in Facebook (circa 290 milioni di euro) alla Silicon Valley Community Foundation, che raccoglie e gestisce capitali per attività sociali.

WhatsApp e la pubblicità

Nel post di addio, Acton parla solo di "nuove sfide" e non fa cenno ad altre motivazioni. Dietro l'uscita della società potrebbe però celarsi anche una diversità di vedute sulla monetizzazione degli utenti. Facebook ha da poco confermato che WhatsApp - oggi completamente gratuito - diventerà a pagamento per le imprese che vogliono contattare gli utenti. In altre parole, la società di Mark Zuckerberg, porterà nell'app di messaggistica la pubblicità, seppur in maniera più blanda rispetto a quanto avviene su Facebook. Una strada che, al momento della fondazione e fino all'acquisizione da parte di Mark Zuckerberg, Acton e Koun avevano rifiutato con forza. In un post del 2012 difendevano la scelta del servizio in abbonamento, poi eliminato nel 2016, ritenendola l'unica possibile. "Quando ci siamo messi a tavolino per avviare la nostra azienda – raccontano - volevamo fare qualcosa che non fosse semplicemente un altro punto di smistamento di pubblicità". "Ricordate – scrivevano rivolgendosi ai clienti - che quando si parla di pubblicità, il prodotto siete voi". Una visione molto diversa da quella che Facebook sembra aver scelto per il futuro dell'applicazione.

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