Puntata 2

Intelligenza artificiale, la rivoluzione è già iniziata 

Non è più un personaggio della fantascienza. L’intelligenza artificiale, alimentata da algoritmi sofisticati e potenti reti neurali, sta diventando parte integrante delle nostre vite. Se nei centri di ricerca era già conosciuta da una decina di anni, ora l’AI sta entrando prepotentemente nella quotidianità di ognuno di noi. 

ChatGPT” per la creazione di testi, come un’e-mail, una poesia, o un testo di programmazione, “Dall-E” o “Midjourney” per la creazioni di immagini, ma gli strumenti a disposizione si moltiplicano di giorno in giorno per gli usi più svariati.  

Se fino a poco tempo fa solo programmatori e scienziati erano in grado di utilizzare questi strumenti attraverso linguaggi di programmazione complessi, oggi non è più così. Basta un “prompt”, cioè un’indicazione scritta nella propria lingua, per interagire con la macchina. “Crea un file Excel per la contabilità del mio ufficio” o “rispondi all’email che ti allego”, e il gioco e fatto. 

Ma l'impatto dell'intelligenza artificiale va ben oltre la semplice comodità delle nostre attività quotidiane. Settori come la medicina, l'industria manifatturiera e l'automazione industriale sono già stati trasformati dall'IA, con risultati sorprendenti. Dalle diagnosi mediche più precise e tempestive, alla produzione efficiente e personalizzata su larga scala, l'I.A. sta aprendo nuove frontiere e offrendo opportunità impensabili fino a pochi anni fa.

"L'intelligenza artificiale è un insieme di algoritmi che consentono a un computer di ‘Imparare’. Il computer viene addestrato a elaborare dati in modo simile ai processi tipici di un cervello umano. La sua caratteristica è di riuscirci sempre meglio (impara infatti) man mano che aumentano i dati a sua disposizione su cui elaborare schemi e corrispondenze"
Anna Vaccarelli, Tecnologa dell'Istituto di informatica del Cnr di Pisa

Come siamo arrivati agli sviluppi dell'Intelligenza Artificiale di oggi?

1950

Alan Turing formula il celebre Test, che poi porterà il suo nome, stabilendo che una macchina può essere considerata "intelligente" se riesce a fornire risposte indistinguibili da quelle di un essere umano.

1956

John McCarthy, informatico e scienziato cognitivo americano, conia il termine "intelligenza artificiale" durante la Dartmouth Conference. È l'evento fondativo di questo nuovo campo di studi.


1965

Il programma Eliza diventa uno dei primi a superare il Test di Turing. Questo software simula le risposte di uno psicoterapeuta.


1997

Il supercomputer di IBM, Deep Blue, sconfigge il campione del mondo Garry Kasparov in una partita di scacchi, dimostrando l'avanzamento dell'intelligenza artificiale nel campo del gioco

2011

Watson, un computer in grado di rispondere a domande formulate nel linguaggio umano, sconfigge i campioni del gioco "Jeopardy!", dimostrando le capacità dell'intelligenza artificiale nell'elaborazione del linguaggio naturale

2012

Tre ricercatori dell'Università di Toronto dimostrano le potenzialità delle reti neurali per il riconoscimento delle immagini, aprendo la strada a importanti progressi in questo campo.

2020

Nasce ChatGPT , sviluppato da OpenAI. Un modello di intelligenza artificiale specializzato nella conversazione con utenti umani, un punto di svolta nel campo delle interazioni uomo-macchina. Parallelamente, si sviluppano anche le AI per la creazione di immagini, come DALL-E e Midjourney.

Siamo ai giorni nostri dunque, tra Chat GPT e tecnologie simili in continuo sviluppo. Programmi che rientrano in quella categoria che gli esperti chiamano intelligenza artificiale di tipo generativo, come ci spiega Jerry Kaplan dell’Università di Stanford.

"Le forme precedenti di intelligenza artificiale, generalmente chiamate machine learning, erano mirate a qualcosa di molto specifico, come identificare un utente in base a parametri facciali. L'intelligenza artificiale generativa è diversa. Questi sistemi ora sono generali e sono in grado di svolgere un'ampia varietà di compiti per fornire consigli o presentare idee. Questo avrà un impatto molto ampio su molte professioni e influirà sui consumatori nello stesso modo in cui ha influito la transizione a Internet"
Jerry Kaplan, informatico e imprenditore

Ma quali sono le implicazioni etiche dell'utilizzo dell'I.A.?

Se utilizzata in modo improprio, l'I.A. può avere conseguenze gravi. Una di queste è la diffusione di informazioni false attraverso Deepfake.

Cos'è il Deepfake?

Il deepfake è una tecnica di manipolazione digitale che utilizza l'intelligenza artificiale per creare video, immagini, o voci false che simulano le caratteristiche di una persona in modo estremamente realistico.

Guardiamo due famosi esempi di deepfake

Il video falso di Vlodomyr Zelensky che ordina agli ucraini di arrendersi

Il video del finto Presidente ucraino è circolato su diverse chat Telegram pochi giorni dopo l'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina. Il Presidente ordinava alle sue forze armate di non combattere, un tentativo filorusso di confondere l'esercito avversario.

Il finto Tom Cruise che attraverso il deepfake ha creato il suo business

Miles Fisher è un attore che ha utilizzato la sua somiglianza con Tom Cruise per costruire, grazie all'aiuto della tecnologia, un realistico Deepfake della celebrità di Hollywood con cui ha avviato un business su TikTok.

Ma quali sono le questioni etiche più importanti a cui prestare attenzione? Lo abbiamo chiesto a Mariarosaria Taddeo dell’Oxford Internet Institute. 

"Una delle sfide nell'utilizzo dell'intelligenza artificiale è che possa generare in proprio delle discriminazioni o dei bias. L'I.A. potrebbe perpretare degli errori umani e farlo su una scala molto più ampia e in maniera molto efficiente"
Mariarosaria Taddeo dell’Oxford Internet Institute

E nel caso in cui una macchina agisce in modo sbagliato, di chi sarebbe la responsabilità? Le macchine fanno delle azioni che sono il risultato di tantissime azioni compiute da tantissimi esseri umani che le hanno programmate. Secondo Taddeo: "È difficile risalire all'azione originaria che ha detrminato un certo comportamento della macchina" e visto che si è responsabili moralmente solo se si ha l'intenzione di fare qualcosa, in un mondo dove sempre più azioni sono svolte da macchine ci sarà "un problema di comprensione della responsabilità morale", conclude la scienziata.

Le preoccupazioni legate alla diffusione dell'intelligenza artificale non sono solo etiche. Molti si domandano, possiamo vermanete affidarci all'I.A. nella nostra vita di tutti i giorni?

"Queste macchine a volte inventano di sana pianta. Sono strumenti di tipo statistico probabilistico che vanno a riempire dei propri buchi attraverso dati ormai già datati. Quindi guardano al passato per lavorare al futuro. Immaginate tutto questo nel settore medico ad esempio, sarebbe rischiossisimo"
Luciano Floridi, Filosofo dell'informazione dell’Università di Oxford.

L'Italia è pronta alla sfida dell'intelligenza artificiale?

L'Italia si trova di fronte alla sfida dell’Intelligenza Artificiale. Mentre un futuro dominato da macchine intelligenti diventa sempre più attuale, il nostro Paese è diviso tra avanzamenti di ricerca all'avanguardia e investimenti ancora inferiori alla media europea. In un momento in cui altri paesi, primi fra tutti Stati Uniti e Cina, spingono sull’acceleratore dell’innovazione, l'Italia rischia di rimanere indietro se non riuscirà ad attrarre più investimenti in questo settore strategico.

"Sull'intelligenza artificiale le pubblicazioni dei nostri ricercatori sono confrontabili con quelle dei principali Paesi europei, ma le pubblicazioni non sono sufficienti a trasformarsi in valore. Guardiamo i dati degli investimenti del venture capital. Quanto investono in Italia? Nell'ultimo anno hanno investito 457 milioni di euro rispetto ai 15 miliardi investiti a livello europeo. Quindi se siamo terzi al mondo per la produzione della ricerca scientifica, restiamo indietro in termini di attrazione degli investimenti"
Paolo Lobetti Bodoni, EY Consulting Market Leader in Italia

Un altro discorso va fatto sull'applicazione dell'intelligenza artificiale da parte delle aziende nel nostro Paese per trasformare i loro processi produttivi e l'interazione con i clienti . Secondo una ricerca di EY il 65% delle aziende italiane hanno già adottato in qualche modo l'intelligenza artificiale nei loro processi. Una di queste aziende è Barilla che, come spiega il direttore Finanziario dell'azienda Giangaddo Prati, "usa l'I.A. per fare previsioni di vendità sui mercati, migliorare i processi produttivi e i contenuti creativi delle campagne di marketing".

Quali saranno le conseguenze dell'I.A. sul mondo del lavoro?

L'intelligenza artificiale sta compiendo una rivoluzione senza precedenti nel mondo del lavoro. Le tecnologie avanzate hanno già apportato notevoli cambiamenti in diversi settori, ma ciò che ci attende sarà ancora più rivoluzionario. La nuova ondata di trasformazione sarà caratterizzata dall'interazione sempre più stretta tra umani e macchine anche nei campi dell'intelligenza creativa.

Il mondo del lavoro è stato trasformato talmente tanto da essere oggi irriconoscibile. Prima è successo con il settore primario e secondario, mentre oggi accade con i colletti bianchi. Quello che noi dobbiamo preparare oggi è una generazione che sia in grado di gestire questa trasformazione e i suoi linguaggi. Il che non vuol dire necessariamente studiare Python o coding, ma insegnare a dominare le lingue parlate dall'informazione, dalla musica all'informatica, dalla matematica al latino. Più linguaggi so dominare e gestire, più il futuro sarà mio. 
Luciano Floridi, Filosofo dell'informazione presso l’Università di Oxford

L'avanzamneto dell'Intelligenza artificiale nel campo dei lavori creativi pone anche diversi interrogativi. Un fotografo ha vinto un premio partecipando a un concorso con un'immagine creata dall'I.A., rifiutandolo poi in modo provocatorio. Un album musicale degli Oasis creato con l'I.A. e poi spacciato per un album perduto della band, ha creato molta discussione dopo aver ricevuto apprezzamenti da esperti del settore.

Quando ho iniziato a lavorare con l'intelligenza artificiale una ventina d’anni fa c'era il sogno di aiutare le persone ad avere una vita migliore e a non fare cose pericolose. Questo in molte oggi si è realizzato. I vigili del fuoco, quando c'è un terremoto, possono mandare dei robot a fare le ispezioni dentro le case pericolanti ad esempio. Però quando vedo le immagini del Papa con il piumino bianco, mi dico che il fotografo ha un lavoro bellissimo, è un lavoro creativo, ma noi perché lo vogliamo distruggere? 
Barbara Caputo, professoressa di informatica del Politecnico di Torino