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Para senza un braccio e salva il Valdadige allo scadere. La storia di Alessandro Pighi

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Nel 2014 subisce un brutto incidente sul lavoro. Faceva il giardiniere e, tagliando dei rami, tocca i cavi della corrente elettrica. I medici decidono di amputare il braccio, unica via per salvargli la vita. Oggi è il portiere della Nazionale Calcio Amputati e difensore centrale del Valdadige, e domenica scorsa...

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180 secondi alla fine del 90’. Il Valdadige di terza categoria è senza portieri. Entrambi fuori per infortunio. Punizione. Entra Pighi a difendere i due pali. Parata determinante in volo. Salvo lo 0-0. Un tuffo capolavoro, fatto con un braccio solo. Quello sinistro. Alessandro Pighi, 34 anni, ha subito un’amputazione all’arto destro nel 2014. Ora è il portiere titolare della nazionale italiana amputati. 

Alessandro Pighi - Facebook

La partita

Domenica 14 aprile si è disputata la partita di terza categoria tra il Vetta e il Valdadige. Quest’ultimo però si è ritrovato all’improvviso senza portieri disponibili. Vista la situazione di emergenza, l’allenatore ha chiesto a Alessandro se si sentisse di entrare. Il suo ruolo al Valdadige non è infatti quello di portiere, ma difensore centrale. “Mai avrei pensato un giorno di giocare in porta nei dilettanti”, racconta al quotidiano L’Arena. “Mister Livio Monese, ricordando che in nazionale giocavo in porta, mi ha chiesto se volevo entrare in campo a difendere i pali del Valdadige, che è diventata in pratica la mia seconda famiglia. Io, con il sorriso sulla bocca, gli ho risposto semplicemente sì”. Un po’ di riscaldamento, qualche intervento semplice e infine quella parata decisiva.

L’incidente

Nel 2014 Pighi subisce un brutto incidente sul lavoro. Faceva il giardiniere e, tagliando dei rami, tocca i cavi della corrente elettrica. Immediatamente viene colpito da una fortissima scarica da 18 mila volt che lo lascia a terra incosciente. I medici decidono di amputare il braccio, unica via per salvargli la vita. Con il tempo, ma soprattutto la resilienza e la determinazione, è riuscito a tornare a giocare a calcio. E oggi è una delle punte più importanti della Nazionale Calcio Amputati. “La vita è troppo bella per non godersela in tutta la sua grandezza”.

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