Dopo il terremoto delle dimissioni dell’intero Cda bianconero, si fanno strada le ipotesi legate alle possibili conseguenze dell’inchiesta “Prisma” in cui è coinvolto il club torinese. Intanto il titolo ha sofferto in Borsa e la Figc ha deciso di aprire un'inchiesta sui contratti dei calciatori
Dopo lo scossone che a livello societario ha azzerato i vertici della Juventus, con l’addio di Andrea Agnelli e di tutto il Cda, nel futuro del club bianconero potrebbe aleggiare lo spettro delle sanzioni legate all’inchiesta “Prisma”, che vanno da un'ammenda alle penalizzazioni in classifica. O, persino, alla retrocessione ma solo se venisse accertato che gli illeciti contabili imputati alla società avessero consentito di ottenere l'iscrizione al campionato. Al momento, comunque, tutte queste restano solamente delle ipotesi, mentre la Procura della Federcalcio ha aperto nelle scorse ore un procedimento relativo alle scritture private tra il club bianconero e i suoi calciatori, nell’ambito degli stipendi “congelati” e risalenti al periodo della pandemia.
Il filone legato ai contratti dei giocatori
L'ufficio guidato dal procuratore Giuseppe Chinè aveva ricevuto, infatti, di recente le nuove carte degli atti dei pm torinesi che hanno condotto l'inchiesta sulle plusvalenze e che avevano indagato 14 persone, tra cui l’ormai ex presidente Andrea Agnelli ed il vicepresidente Pavel Nedved. Obiettivo, quello di valutare se ci sussistano elementi per riaprire il processo sportivo già chiuso sul tema, con le assoluzioni degli stessi dirigenti, ma di riaprire quello di un altro filone dell’inchiesta, ovvero quello dei contratti dei giocatori, con una parte non messa a bilancio secondo i sospetti dei magistrati. Di qui, la nuova indagine sportiva e le nubi all'orizzonte.
La direzione della Procura di Torino
Tra i primi, possibili, risvolti giudiziari legati alle dimissioni in blocco del Consiglio di amministrazione della Juventus, è emerso quello riferito alla Procura subalpina che, secondo quanto trapelato, sarebbe decisa a rinunciare all'appello contro la decisione del Giudice per le indagini preliminari che lo scorso 12 ottobre aveva respinto la richiesta di misure cautelari e altri provvedimenti nei confronti di alcuni esponenti dello stesso Cda. In particolare, la rinuncia dei magistrati riguarderebbe il provvedimento di interdizione dalle cariche societarie, mentre nella richiesta della pubblica accusa non erano più presenti le misure cautelari. Il gip, Lodovico Morello, tra l’altro, aveva respinto tale richiesta insieme alle misure cautelari personali per alcuni indagati, compresi gli arresti domiciliari per Andrea Agnelli, negati dal momento che il giudice aveva sostenuto che non ci fossero pericoli di reiterazione del reato. La rinuncia all'appello sull'interdizione dalle cariche societarie sarebbe, quindi, correlata al fatto che l'esigenza è venuta meno proprio con le dimissioni dell'intero Cda bianconero.
L’intervento del ministro dello Sport e della Liga spagnola
L’azzeramento del Cda bianconero ha comunque provocato uno scossone anche a livello sportivo. Secondo il ministro dello Sport, Andrea Abodi, le dimissioni rappresentano “un atto di responsabilità, e dunque opportuno”. Duro, invece, l’intervento della Liga dei club spagnoli, schierata nei mesi scorsi contro la Juve per la vicenda SuperLega. L'associazione, infatti, ha proposto sanzioni sportive per il club torinese. “Servono provvedimenti immediati, è stato violato il regolamento del fair play finanziario”, hanno spiegato.
Il calo in Borsa, poi la risalita
Intanto, nella giornata di ieri, seduta in tensione per la Juventus con un avvio in forte calo per poi concludere a -0,9%, dopo il cambio al vertice e le contestazioni della Consob sui conti. Ad Amsterdam la controllante Exor, holding della famiglia Agnelli, ha concluso la seduta debole, con un calo dello 0,3% a 74,28 euro. Oggi, invece, partenza in rialzo. Il titolo del club, dopo il cambio al vertice e sotto la lente per i bilanci, sale del 2,45% a 0,28 euro.