Terremoto Juventus, Agnelli ai dipendenti: "Senza compattezza meglio lasciare insieme"

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Il presidente uscente formalizza il suo addio alla società di cui è stato primo responsabile per oltre un decennio. Lo fa con un messaggio che celebra i successi delle formazioni maschile e femminile e la genesi dello Stadium, ma anche ricordando le finali di Champions League perse. Poi dice: "Nuova formazione per ribaltare la partita"

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Con un autentico colpo di scena, l'intero Consiglio d'amministrazione della Juventus ha rassegnato le dimissioni nella tarda serata del 28 novembre. Lascia anche, e soprattutto, dopo oltre un decennio di trionfi e qualche delusione nel finale il presidente Andrea Agnelli. Lo stesso Agnelli ha celebrato il suo commiato in una lettera recapitata a tutti i dipendenti della società, rivendicando i "risultati straordinari" tra i quali lo Stadium, i nove scudetti consecutivi tra gli uomini e i cinque di fila tra le donne. Il presidente uscente ha ricordato anche le finali Champions di Berlino e Cardiff ("i nostri grandi rimpianti", li ha definiti), per poi osservare: "Stiamo affrontando un momento delicato societariamente e la compattezza è venuta meno. Meglio lasciare tutti insieme dando la possibilità ad una nuova formazione di ribaltare quella partita".

Il testo della lettera

"Cari tutti, giocare per la Juventus, lavorare per la Juventus; un unico obiettivo: Vincere. Chi ha il privilegio di indossare la maglia bianconera lo sa. Chi lavora in squadra sa che il lavoro duro batte il talento se il talento non lavora duro. La Juventus è una delle più grandi società al mondo e chi vi lavora o gioca sa che il risultato è figlio del lavoro di tutta la squadra". Si apre così la mail inviata da Andrea Agnelli a tutti i dipendenti. "Siamo abituati per storia e Dna a vincere. Dal 2010 abbiamo onorato la nostra storia raggiungendo risultati straordinari: lo Stadium, nove scudetti maschili consecutivi, i primi in Italia ad aver una serie Netflix e Amazon Prime, il J|Medical, cinque scudetti femminili consecutivi a partire dal giorno zero. E ancora, il deal con Volkswagen (pochi lo sanno), le finali di Berlino e Cardiff (i nostri grandi rimpianti), l'accordo con Adidas, la Coppa Italia Next Gen, la prima società a rappresentare i club in seno al Comitato Esecutivo Uefa, il J|Museum e tanto altro". "Ore, giorni, notti, mesi e stagioni con l'obiettivo di migliorare sempre in vista di alcuni istanti determinanti - prosegue Agnelli -. Ognuno di noi sa richiamare alla mente l'attimo prima di scendere in campo: esci dallo spogliatoio e giri a destra, una ventina di scalini in discesa con una grata in mezzo, un'altra decina di scalini in salita e ci sei: "el miedo escénico" e in quell'attimo quando sai di avere tutta la squadra con te l'impossibile diventa fattibile. Bernabeu, Old Trafford, Allianz Arena, Westfallen Stadium, San Siro, Geōrgios Karaiskakīs, Celtic Park, Camp Nou: ovunque siamo stati quando la squadra era compatta non temevamo nessuno". "Quando la squadra non è compatta si presta il fianco agli avversari e questo può essere fatale - continua la mail inviata dal presidente dimissionario -. In quel momento bisogna avere la lucidità e contenere i danni. La nostra consapevolezza sarà la loro sfida: essere all'altezza della storia della Juventus. Io continuerò a immaginare e a lavorare per un calcio migliore, confortato da una frase di Friedrich Nietzsche: "And those who were seen dancing were thought to be insane by those who could not hear the music". "Ricordate - conclude - ci riconosceremo ovunque con uno sguardo: Siamo la gente della Juve! Fino alla fine..."

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