Loro sono Francesca e Fausto e insieme formano un duo rap, i Coma_Cose. Negli scorsi mesi hanno avuto un grandissimo successo grazie ad alcuni video pubblicati su Youtube e alla fine hanno deciso di trasferire le loro canzoni in un mini album, un EP intitolato “Inverno ticinese” che rappresenta il loro disco d’esordio. Giovedì 15 marzo sono ospiti a EPCC, nello studio di Alessandro Cattelan, dove cantano il loro nuovo singolo “Post Concerto”.
1- Prima eravate Edipo e California dj. Cosa è cambiato?
Fausto - Principalmente che adesso siamo in due, i Coma_Cose, Fausto e Francesca. Per quanto mi riguarda ho alle spalle un percorso abbastanza lungo, musicalmente parlando. Sono cresciuto molto, mettendomi continuamente in gioco. Da ragazzino ho iniziato come rapper e dopo, crescendo, ho abbracciato gli strumenti. Per un po’ di tempo ho lavorato anche con un produttore su alcuni progetti. Poi è arrivato Edipo, che è stato un progetto cantautoriale. Dopodiché lo stallo…Per fortuna è arrivata Francesca e con lei c’è stata la voglia di provare a rimettersi in gioco.
Francesca - Per me invece è tutto nuovo. Ho avuto delle esperienze ma più da fruitrice e amante della musica. Avevo molti amici che producevano. Rap, techno, musica house… E per divertimento improvvisavo alcuni ritornelli. Però non avevo mai avuto un progetto musicale vero e proprio. Per me - ripeto - è tutto nuovo.
2- Coma_Cose. Ho letto che vuole essere un nome provocatorio riferito al bisogno di “svegliarsi” un po’, ma vuole anche richiamare l’immaginario più classico dell’hangover, il coma post-serata. Ma quindi cosa volete fare? Portare in una sorta di coma “positivo”? Svegliare? O entrambe le cose?
Fausto - C’è una sorta di ironia nel nome. È come se noi stessi fossimo in un momento di coma, di stallo. Quindi il nome era riferito a noi. Poi speravamo che anche altri potessero rivedersi in questo. Nel desiderio di “svegliarsi” e di reagire, soprattutto in un momento in cui siamo martellati da tanti imput e a volte sembra ci si rimbambisca un po’ troppo con i social network invece di essere protagonisti in prima persona e di passare all’azione. E noi, forse, ne siamo un po’ la dimostrazione. Nel giro di un anno siamo diventati da commessi, musicisti. Quindi per noi c’è stata la voglia di reagire e di cercare di cambiare. Non voglio dire che un musicista valga più di un commesso o di altri lavori, ma per noi era importante dare una svolta alla nostra vita e l’abbiamo fatto. Grazie alla musica il cambiamento è arrivato
3 - Rapporto con Milano, con la città e con le vostre origini. Perché questa commistione è così importante per le vostre canzoni?
Francesca - Noi ci siamo conosciuti a Milano. Veniamo da due piccoli paesini e per noi Milano rappresenta la città dove, se vuoi fare qualcosa, puoi provarci veramente.
Fausto - È una città che offre tante opportunità. Ci viviamo ormai da dieci anni e da quando abbiamo iniziato a fare musica ci è sembrato fisiologico raccontare la nostra quotidianità nei testi.
4 - So che c’è l’idea di fare un vinile con le vostre canzoni. È un’idea concreta? Altri progetti per il futuro?
Francesca - Non è certo al cento per cento, però l’idea è quella.
Fausto - Siamo un po’ combattuti…Da una parte abbiamo voglia di chiudere. Mettere un punto alla produzione di quest’anno. Dall’altra vediamo il disco come qualcosa di sacro perché racconta un momento preciso di una vita e te lo fotografa in una decina di canzoni. Nel nostro caso sono canzoni raccolte in un anno e visto che abbiamo una passione per il vintage sarebbe bello realizzare un vinile piuttosto che un cd…
Per quanto riguarda nuovi progetti, al di là del disco, abbiamo una nuova canzone con un nuovo videoclip che uscirà a maggio. Poi ci concentreremo sui concerti estivi. Tra poco inoltre avremo un avvenimento importante a Parigi. Il 27 maggio dovremo aprire il concerto dei Phoenix e questa è stata una notizia pazzesca. Aprire il concerto di uno dei gruppi francesi più importanti è un’occasione unica.