Torna a casa la famiglia Plaitano, che nella terza puntata non riesce a convincere i giudici con la preparazione della Tarte Tatin. Family Food Fight 2 ti aspetta tutti i giovedì alle 21.15 su Sky Uno. Nell’attesa scopri di più sugli eliminati
Due faticose prove e un duello finale hanno decretato l’uscita di scena della famiglia Plaitano, che nella terza puntata di Family Food Fight 2, in onda tutti i giovedì alle 21.15 su Sky Uno, abbandona il suo posto in cucina e la possibilità di aggiudicarsi l'ambito premio di centomila euro.
E così, al termine della prima prova, il menu del giorno, e della seconda prova a staffetta, i Plaitano vanno allo scontro finale con la famiglia Dall’Argine, che vede la preparazione della famosa Tarte Tatin. Il rovescio della Tarte Tatin viene fatto davanti ai giudici, ed entrambe le famiglie riescono nell’intento. La torta dei Plaitano è agli occhi un po’ anemica, e molto light. Buone però le salse. Ma nel mondo della pasticceria, come ricorda Joe Bastianich, l’aspetto è già metà battaglia vinta. I Dall’Argine non sbagliano alla vista, ma al gusto ci sono degli errori. Entrambe le torte presentano delle imperfezioni. Ma per i giudici - Lidia e Joe Bastianich e Antonino Cannavacciuolo - la migliore è senza dubbio quella della famiglia Dall’Argine, salvati dal caramello. A tornare a casa nella terza puntata sono i Plaitano (scopri cosa è successo nella terza puntata di Family Food Fight 2).
CHI SONO I PLAITANO, GLI ELIMINATI DELLA TERZA PUNTATA
Carmine ha incontrato Gloria da giovanissimo. È lei che comanda in cucina: è il vero capo. Spesso si punzecchiano, ma sempre con grande rispetto. Carmine sostiene di essere la sua cavia: “ma ogni decisione viene presa insieme. Anche Greta viene sempre coinvolta nonostante studi a Udine. Ma sai... alla fine noi ristoratori la sera mangiamo pasta in bianco”. Gloria e Carmine si sono sposati a 24 anni e stanno insieme (anche professionalmente) da 36 anni. Entrambi vengono da famiglie contadine: Gloria è di origine friulana e lui di un paesino di montagna nel Sud Italia. La loro è una cucina povera. Quando sono arrivati a Milano, non avendo studiato, hanno cercato un modo per sbarcare il lunario e hanno aperto un pub sui navigli che è andato benissimo per 15 anni. Gloria è la chef del ristorante, si presenta come la timida del gruppo ma in realtà la chiamano “DIO”, perché è una maniaca del controllo. Carmine è l’oste, borbotta sempre, di lui dicono che è maldestro, soprattutto in cucina. Riccardo (un gigante alto 1,90m) ha un ristorante in Friuli, ma collabora con gli zii saltuariamente, oppure porta i suoi prodotti. Greta, figlia di Carmine e Gloria, vuole vincere: lavora saltuariamente in sala, soprattutto quando i genitori vanno in vacanza, e fa passare il messaggio che ogni tanto l’aria giovane nel ristorante fa bene.
TRATTORIA DELLA GLORIA, IL RISTORANTE DELLA FAMIGLIA PLAITANO
La Trattoria della Gloria nasce 13 anni fa: «Avevamo bisogno di dare corpo a un sogno, alla nostra idea di socialità che deriva dal lato ludico del pub. Volevamo dare un futuro a nostra figlia e così è stato. La nostra osteria si basa sul buon cibo, ma soprattutto sull’ingrediente speciale che è l’accoglienza. Molti clienti sono diventati amici. La gente viene qui per mangiar bene prodotti semplici e di qualità. Il cliché della trattoria dove si spende poco e si mangia bene non funziona, sotto un certo prezzo non puoi mangiare bene. Noi siamo tra i due navigli, un pochino nascosti, ma la gente ci viene a cercare!».Propongono ricette regionali ma che spaziano da nord a sud, privilegiando materie prime di origine controllata, i piccoli produttori e sposando appieno la filosofia del bio e dello slow food. “Noi facciamo da mangiare. Serviamo solo ciò che amiamo noi per primi proponendo dei prezzi che pagheremmo anche noi se andassimo a mangiare le stesse cose".