Dal 26 aprile, dopo un weekend interamente dedicato alla maratona degli episodi iniziali, l’appuntamento su Sky Uno con Dr. House - Medical Division, una delle serie più amate e più viste degli anni Duemila, è diventato fisso. Doppio episodio, tutte le domeniche alle 21.15 su Sky Uno (canale 108) e su digitale terrestre al canale 455.
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Il suo protagonista, interpretato da uno Hugh Laurie in grandissima forma
House, M. D. – nome originale di quella che in Italia è conosciuta come Dr. House - Medical Division – prende il titolo dal suo personaggio principale, il super cinico Gregory House, il burbero primario del reparto di medicina diagnostica dell'ospedale (fittizio, ovviamente) Princeton Plainsboro Teaching Hospital. Il buon Gregory è tutto fuorché buono: è un misantropo fatto e finito, è un campione di sarcasmo e scortesia, è privo di tatto sia con i pazienti sia con i colleghi, ha spesso delle uscite sessiste, ed è anche assolutamente dipendente dal Vicodin, un potente oppiaceo. Sì, insomma, non è una persona che si può definire piacevole…però è un genio nel suo campo. House, per dirla con un’espressione che farà accapponare la pelle ai puristi della lingua italiana, delivera, e delivera alla grande. Un po’ medico e un po’ detective (molti giustamente lo accomunano a Sherlock Holmes), il personaggio interpretato da uno Hugh Laurie in grandissima forma è riuscito a catturare milioni e milioni di fan in tutto il mondo già a partire dal 2004, anno del debutto della serie negli Stati Uniti.
Malattie assurde per diagnosi altrettanto folli
Dicevamo poche righe sopra che House è una figura a metà tra il medico e il detective, e il motivo è presto detto. Posto che fare una diagnosi significa mettere insieme una serie di indizi (banalmente, i sintomi e i risultati delle analisi) per andare a scoprire quale sia la natura di un determinato problema (in questo caso scoprire di quale malattia soffre il paziente) e per poter mettere in atto una serie di azioni che portino alla sua risoluzione (la terapia), appare evidente che il medico, in sostanza, fa una cosa ben precisa: indaga. Gregory indaga alla grandissima, ma la cosa divertente (per lo spettatore, chiaro) è che i casi che gli capitano tra le mani spesso, molto spesso, sono veramente assurdi. Un po’ perché a essere assurdi molte volte sono gli stessi pazienti – che, per dirla in maniera non volgare, vengono pertanto sbeffeggiati dal terribile dottore claudicante –, ma anche perché, nel corso delle varie stagioni, il nostro (anti)eroe si trova di fronte a casi veramente al limite, malattie e sindromi di estrema rarità. A questo punto, però, non possiamo non farci una domanda: potrebbe per caso trattarsi di Lupus?
I rapporti tra i personaggi
Certo, i casi medici in cui House e colleghi si imbattono nel corso delle stagioni basterebbero a tenere incollati allo schermo gli spettatori, ma gli aspetti più interessanti della serie sono in realtà altri due: il primo è l’arco narrativo del personaggio di Hugh Laurie, protagonista indiscusso fin dal titolo, mentre il secondo sono le relazioni tra i personaggi. O meglio, le relazioni tra Gregory e gli altri personaggi, e in particolare quella con James Wilson e quella con Lisa Cuddy (detta affettuosamente dai fan italiani “la Cuddy”). Il primo è un rapporto di amicizia, il secondo è un rapporto sostanzialmente di tipo romantico, ma ciò che hanno in comune è che sono entrambi rapporti complessi, impegnativi e in continua evoluzione. Proprio come accade nella vita reale. Prendiamo per esempio la dinamica tra Wilson e House: la loro è un’amicizia sicuramente non immune ai difetti dell’essere umano, specialmente a quelli di Gregory, eppure, nonostante le numerose difficoltà, è un legame così solido da riuscire a superare anche i momenti peggiori. Divertentissimi poi gli scambi di battute tra i due, un continuo ping-pong di idee, di insulti e di commenti più o meno seri. In quanto a botta e risposta non è da meno il rapporto tra House e (la) Cuddy, amministratrice dell’ospedale dove è ambientata la serie. Se Wilson è un lato della medaglia che va a formare la coscienza morale di Gregory, Lisa è l’altro. Anche a lei il nostro scontroso protagonista riserva una serie di rispostacce e di giudizi a dir poco taglienti, eppure per House la Cuddy è sicuramente un punto di riferimento, un po’ perché è l’unica apparentemente in grado di tenergli testa, e un po’ perché…beh, diciamo che la tensione sessuale tra i due è piuttosto palpabile!
Lo sviluppo dei personaggi
Di base, Dr. House è una serie procedurale, ma oltre ai singoli casi cosiddetti verticali (che vengono risolti nel corso del singolo episodio, o al massimo di qualche episodio) c’è anche un filone – o meglio, un sotto-filone – narrativo di più ampio respiro: ci riferiamo allo sviluppo dei personaggi. Col passare delle stagioni abbiamo visto House e compagni in svariate situazioni, li abbiamo visti fare delle scelte spesso non facili, li abbiamo visti scontrarsi tra loro, li abbiamo visti lottare per le proprie convinzioni, e li abbiamo anche visti, seppure non senza qualche difficoltà, imparare a fare un passo indietro quando necessario. In poche parole, li abbiamo visti cambiare e adattarsi, cosa che tutti noi, nel corso della nostra esistenza, siamo chiamati prima o poi a fare.
I dialoghi e il ritmo
Su quanto siano arguti di dialoghi di Dr. House non c’è molto da dire: basta guardare un solo episodio per rendersi conto di che ottimo lavoro abbiano fatto gli sceneggiatori e di che sopraffino lavoro abbiano fatto gli attori – Laurie in primis, ma anche gli altri comprimari –, che quelle righe scritte le hanno fatto diventare vive. Un tale livello di sarcasmo per qualcuno sarà troppo alto – e per qualcuno sarà anche fuori luogo, considerando che ci troviamo di fronte a una serie in cui si parla di malattie terribili che possono portare a una morte terribile –, ma per i fan della serie è semplicemente P-E-R-F-E-T-T-O!! Ancora tanti complimenti al reparto scrittura ma anche al reparto produttivo per quanto riguarda il ritmo della narrazione, sempre sul filo, al punto che i tre quarti d’ora di media dei singoli episodi volano via senza neanche accorgersene.