Master of Photography: la finale in un clic

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La seconda stagione del primo talent show europeo sul mondo della fotografia giunge al termine: giovedì 13 luglio alle 23.15 su Sky Uno conosceremo il vincitore che si aggiudicherà l’ambito premio di 150.000 euro. La giuria composta da Oliviero Toscani, Darcy Padilla e Caroline Hunter, è pronta. Ospite d'eccezione Steve McCurry

Al via l’attesa finale della seconda edizione del primo talent show europeo dedicato alla fotografia: su Sky Uno giovedì 13 luglio alle 23.15 Toscani e i due nuovi giudici, la pluripremiata photoreporter Darcy Padilla e la picture editor del Guardian Weekend Magazine Caroline Hunter decreteranno il vincitore che si porterà a casa l’ambito premio: 150.000 euro.

In ogni puntata abbiamo imparato a conoscere i dodici concorrenti in gara, abbiamo scoperto i loro talenti e ci siamo affezionati alle loro storie, ora però è arrivato il momento della verità. E sarà la temuta giuria a decidere chi vincerà la sfida. Solo chi dimostrerà di avere la stoffa giusta, la giusta dose di creatività, istinto e versatilità potrà aspirare a diventare il prossimo Master of Photography. La sfida si gioca Comewell Puplampu (Italia), Olympe Tits ( Belgio), Souvid Datta e Gillian Allard (UK) sono i quattro finalisti rimasti in gara che, nell’ultima prova, dovranno dare il massimo. Anche quest’anno verrà realizzata uan mostra conclusiva della seconda edizione di Master of Photography, realizzata in collaborazione con la Fondazione Fotografia di Modena e che sarà ospitata all’interno della Manifattura Tabacchi di Modena, dal 15 settembre all’8 ottobre 2017. Ulteriori informazioni saranno disponibili sul sito www.masterofphotography.tv

Nell’attesa riscopri chi sono i giudici di questa seconda avvincente stagione.


Oliviero Toscani
Oliviero Toscani è conosciuto nel panorama internazionale come la forza creativa alla base dei più celebri e originali brand del mondo: negli anni ha creato immagini corporate e campagne pubblicitarie per Esprit, Chanel, Fiorucci, Prénatal e tanti altri marchi. Come fotografo di moda ha collaborato con riviste internazionali come “Elle”, “Vogue”, “GQ”, “Harper’s Bazaar”, “Esquire”, “Stern”, “Libération” e molte altre. Nel periodo 1982-2000 ha creato l’immagine, l’identità, la strategia di comunicazione e la presenza online di United Colors of Benetton, trasformandolo in uno dei marchi più conosciuti e diffusi. Nel 1990 ha ideato “COLORS”, la prima rivista globale al mondo e nel 1993 ha concepito e diretto Fabrica, centro internazionale di ricerca nell’ambito delle arti e della comunicazione moderna. È stato insignito di numerosi riconoscimenti fra cui quattro Leoni d’Oro al Festival di Cannes, il Gran Premio dell’UNESCO, due Grand Prix de l’Affichage e numerosi premi degli Art Directors Club in città come New York, Tokyo, Berlino e Milano.


Caroline Hunter
Caroline Hunter è picture editor del Guardian Weekend Magazine. Caroline ha un’esperienza ventennale nel commissionare immagini di diversi generi (dal concept photography alle celebrity, ritratti, still e reportage) ed esaminare progetti fotografici. Periodicamente viene invitata a realizzare portfolio reviews ai festival di fotografia e ha svolto il ruolo di giudice in vari concorsi (Ojodepez Award for Human Values, Amnesty International Youth Awards, LensCulture Street Photography awards, PDN Photo Annual e il Critical Mass). Recentemente è stata invitata a partecipare come nominatore al Deutsche Börse Preis 2017.

 

Darcy Padilla
Nel 1991, dopo 12 stage presso quotidiani come il New York Times e il Washington Post, Darcy Padilla ha deciso di diventare una fotografa freelance per dedicarsi a progetti documentari personali. In uno dei suoi primi lavori ha visitato regolarmente per un anno le celle di isolamento nel carcere di massima sicurezza di Vacaville, in California, per fotografare i detenuti con l’AIDS: il progetto ha ricevuto la prima borsa di studio dall’Alexia Foundation, rafforzando così la sua determinazione a proseguire con il suo lavoro. L’AIDS e le sue conseguenze sono diventati parte integrante della sua produzione quando ha deciso di passare sette anni a fotografare gli ospiti di un hotel in uno dei quartieri più poveri di San Francisco e ha visto con i suoi occhi le conseguenze della povertà: solitudine, famiglie distrutte, droghe e la devastazione causata dall’HIV. Per questo progetto ha poi vinto il Guggenheim Fellowship. Anche se Darcy ama portare avanti diverse passioni allo stesso tempo, è ormai da 21 anni che lavora allo studio della vita di una donna e della sua famiglia. Julie Baird è il simbolo di come una nascita inaspettata possa inconsapevolmente raddrizzare una vita: quando Darcy l’ha incontrata per la prima volta aveva appena dato alla luce il suo primo figlio e aveva allo stesso tempo scoperto di avere l’AIDS. Questo progetto l’ha coinvolta e influenzata profondamente, dando una nuova direzione alla sua fotografia.

 

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