X Factor 2016, arriva Robbie Williams: l'intervista

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Si intitola The Heavy Entertainment Show il nuovo disco di Robbie Williams: lo presenta a X Factor 2016 giovedì 10 novembre alle ore 21.15 su Sky Uno. Aspettandolo sul palco della X Factor Arena lo abbiamo incontrato in albergo

di Fabrizio Basso
(@BassoFabrizio)


Il dilemma si risolve subito. Con un disco che si intitola The Heavy Entertainment Show, mister Robbie Williams non poteva mancare l’appuntamento con X Factor 2016, lo show per antonomasia: l'appuntamento con lui è giovedì 10 novembre alle ore 21.15 su Sky Uno e con XF10 tutti i giovedì sempre alle 21.15 e sempre su Sky Uno. Aspettandolo sul palco della X Factor Arena e aspettando, il 14 luglio 2017 la sola data italiana del suo tour allo Stadio Bentegodi di Verona, lo abbiamo incontrato in albergo.

La canzone che titola l’album, The Heavy Entertainment Show, presenta i nomi di Serge Gainsbourg e Sergey Prokofiev: quando ha condizionato il disco? Perché loro?

Mi trovavo con Guy Chambers che considero un fratello ed è nata questa canzone. Ho scritto 500, 600 canzoni nella mia vita e le idee a un certo punto finiscono. Ho anche un diario e anche lui ha delle fasi di stanca. Ma questo titolo poteva portare il disco a svilupparsi in mille modi diversi. E così è stato.
La Russia come ha preso Party Like a Russian?
Prima di rilasciare la canzone ho contattato sia la mia etichetta in Russia che il mio promoter. Sapevo che il tema era controverso per chi non ha il senso dell’umorismo. Io non volevo offendere nessuno, mi aspettavo una accoglienza alla Monty Python, so che qualcuno non la presa bene ma se qualcuno è rimasto scandalizzato lo farebbe per qualunque canzone. Oggi bisogna stare attenti: su twitter magari ci sono solo tre voci contro e quelle vengono prese per scriverci sopra. Ma pure le polemiche sono servite a lanciare l’album.
Perché tra i collaboratori ci sono John Grant e Rufus Wainwright?

Sono una grandissimo fan di entrambi. Raramente negli ultimi anni qualcuno mi ha rapito così il cuore. Con Grant mi trovo sulla stessa lunghezza d’onda. Rufus è unico. Io musicalmente potrei fare le loro cose: la regola è che quando non puoi sconfiggerli li porti dalla tua parte.
Dopo anni vissuti a Los Angeles è tornato a Londra: ha rifatto pace con l’Europa?

Non c’era bisogno di fare pace con l’Europa, sono però più in pace con me stesso a prescindere da dove risiedo. Sono stato 17 anni negli Stati Uniti senza avere una casa a Londra ma ora ho dei figli e vorrei crescessero con una sensibilità europea. Dopo quattro anni siamo entrati in casa e ora i miei due figli andranno a scuola un po’ a Londra e un po’ a Los Angeles. Ma la verità è che sono io più in pace con me stesso.
Dopo 18 Award è arrivato il BRITs Icon Award: sempre più re del pop?

Felice per il riconoscimento, lo hanno avuto Elton John e David Bowie, ma io non riesco ancora a esserne consapevole appieno.
Chi è Robbie Williams?

Sul mio passaporto c’è scritto entertainer, la mia missione è intrattenere il pubblico. A inizio carriera volevo essere i Radiohead ma non sarebbe mai successo. Io nel dna ho il cabaret come mio padre. Quello che faccio io non lo fa nessuno.
Donald Trump starà festeggiando con un…party like a russian?

Lui fa festa comunque, spero che la sua presidenza passi alla storia perché ha tenuto una porta aperta tra Russia e Stati Uniti. Non conosco i loro rapporti ma è importante è che si parlino. Se poi serve un intrattenitore che canta per entrambi...ci sono!
A X Factor farà Love my Life dedicata ai suoi figli: come è nata?

In realtà non è nata per loro. Ci ho lavorato con Johnny McDaid degli Snow Patrol e ho sentito che parlava di me, però mi sembrava di essere troppo narcisista. E’ rimasta lì per un po’ poi con un pre-ritornello ha preso una nuova fisionomia e per questo è dedicata ai miei figli.
E’ tornato a lavorare con Guy Chambers dopo parecchio tempo.

Con Guy Cahamber ho fatto cinque dischi, poi ho voluto demolire tutto pur sapendo che ci saremmo ritrovati. Mi sono chiesto perché i miei dischi toccavano il cuore della gente e ho voluto seguire altre strade e non scrivere solo hits. Stavolta volevo tornare alle hit. E' stato un ricongiungimento artistico naturale.
Oggi sembra più maturo...

...Ho trovato i farmaci giusti (ride, ndr).
Oltre a quello?
La differenza la hanno fatta moglie e figli. Ho una personalità dipendente, vivo tutto all’ennesima potenza. Finora sta andando bene. Prima c’era un mega successo che non corrispondeva alla mia felicità. Più avevo successo più stavo male. Ora lavoro per un motivo e cerco di guidare la nave Robbie nel modo migliore.
Questo disco non è pop secondo standard moderni.

Volevo un disco commerciale, ho scelto queste undici canzoni. Sarebbe commerciale se fossimo nel 2003. Non assomiglia a quello che si sente i radio, non so se è un bene o un male. Non do troppo peso alle recensioni anche se condizionano a volte. Ma questo disco a me piace.

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