I tattoo lunari di Jack Jaselli, cantore della "Monster Moon"

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Jack Jaselli con la sua band
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Prosegue la missione di "ripulitura" di Dirk e Ruckus in Bad Ink, in programmazione ogni domenica alle 22.50 su Sky Uno. Chi invece ha tattoo straordinari è Jack Jaselli, uno dei cantautori italiani più amati.

di Fabrizio Basso

E' partito con una tartaruga sulla pelle ed è arrivato, con la sua musica, sulla luna. Jack Jaselli è uno degli artisti più carsici degli ultimi vent'anni. Ha lunghi periodi sotterranei ma quando emerge, come adesso col nuovo album Monster Moon (il primo per Universal), l'impatto è fortissimo, da non riuscire ad abbassare il volume. Così come sono un viaggio i suoi molti tatto. Lo abbiamo intervistato mentre su Sky Uno c'è Bad Ink ogni domenica alle 22.50 solo su Sky Uno.

Jack Jaselli, il primo tattoo?
Ho aspettato di raggiungere la maggiore età e sono partito con una tartaruga.
Saggio.
Volevo farlo subito da maggiorenne e poi mi sono riempito in modo graduale.
Oggi spesso sono una moda.
Infatti, io che ne sono coperto, ho sconsigliato a molti di farsene.
Requisiti?
Serve la passione, non deve ragionare tipo "adesso divento tatuato".
Le dove ha trovato le motivazioni dopo la tartaruga?
I miei primi tatuaggi portano la firma di Mino Spadacini che oltre a essere un tatuatore è un talentuoso trombettista jazz. Stavamo in studio a parlare e nascevano le idee per i tattoo.
Prosegue?
C'è sempre lo spazio per un nuovo tatuaggio...le confesso che non so più dove andrò a finire!
Anche Monster Moon si attacca alla pelle come un tatuaggio.
La cura che ci abbiamo messo è stata infinita, ci siamo messi in gioco tutti, io ho scritto quaranta pezzi, volevo fossero tutti coerenti.
La coerenza che album ha fatto nascere?
Un disco molto più notturno di qualunque cosa sia mai uscita da me, si dà spazio agli istinti e all’irrazionale.
L'instabilità della luna, insomma.
E’ vero che la luna è la follia, però Ariosto di aveva messo il senno degli uomini.
Si sente l'Ariosto dei cantautori?
Ambisco a paragoni molto meno ambiziosi.
Ora il disco lo porterà in giro. Alimenterà la sua fuga dalle radici.
Sono sempre stato un po’ nomade, stavolta vogliamo metterci alla prova in una realtà straniera. Ovunque sia.
La sua nicchia lievita...cosa manca per uscire dalla nicchia?
Chi ci ascolta ci capisce molto bene, certo ci piacerebbe farci ascoltare da molta più gente ma siamo anche consapevoli che non è il genere più facile da fare in Italia. Ci aggiungo che noi abbiamo scelto di saltare a piè pari alcune scorciatoie. Sono onesto e sincero.
Il titolo?
Continuavamo a essere bombardati di notizie sulle varie lune. Sono state registrate due lune piene nello stesso mese che capita più di una volta ogni tanto. Io credo ai segni.
Di che segno si sente?
Mi sento più di acqua, ma la luna incide su mari e maree. Abbiamo registrato a Los Angeles in studio bellissimo tra il deserto di Joshua Tree degli U2 e l'oceano. Meraviglioso.
 

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