Battle of the (Girl) Bands

di Camilla Sernagiotto

Il Pop è donna.
Su questo non ci piove. Hanno scelto di usare l’articolo maschile solo perché “la pop” avrebbe riecheggiato troppo qualcos’altro, quel qualcosa che si intravide in mondovisione durante il Superbowl del 2004, quando Janet Jackson si spogliò di ogni inibizione.
E proprio la bella Janet, che in quell’occasione uscì di seno, è una delle ugole che meglio testimonia quanto il Pop sia terreno fertile per le donne.
Nonostante molti credano che il Re del Pop sia stato suo fratello, è alle corde vocali femminili della signora Jackson e di tante sue illustri colleghe che va il merito di aver reso la musica leggera piacevole come il canto degli usignoli.
O, meglio, come quello delle Sirene.
E il mondo delle sette note brulica di Sirene capaci di ammaliare qualsiasi Ulisse all’ascolto.
Da questo ginepraio sono nati collettivi di cantanti in gonnella che hanno tappezzato con i loro poster le camerette d’intere generazioni di pop-addict.
Uno dei nomi più celebri in materia di girl band è senza dubbio quello più piccante sia di nome sia di fatto; stiamo parlando di loro, le Spice Girls, mito intramontabile delle sette note londinesi che hanno dato il la a una seconda generazione (anche terza o addirittura quarta, dato che le Boswell Sisters erano già attive nei ruggenti anni Trenta) di gruppi tutti al femminile.
E se il loro urlo di battaglia era “If you wanna be my lover, you gotta get with my friends”, quello delle compari All Saints era “Never Ever”:


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Sempre rimanendo tra mostri sacri del Pop (anzi: in questo caso si dovrebbe dire “mostre” sacre), l’acronimo più famoso è senza dubbio quello che sintetizza in tre lettere i nomi di Tionne "T-Boz" Watkins, Lisa "Left Eye" Lopes e Rozonda "Chilli" Thomas, ossia le componenti delle TLC la cui bella Chilli metterà a disposizione la propria esperienza in materia di danza e canto in qualità di giudice di Fake Off, in prima tv assoluta dal 19 agosto ogni mercoledì alle 21.10 su Sky Uno. Anche le Destiny’s Child hanno fatto scuola, assicurando inoltre un roseo destino a uno dei suoi mebri: Beyoncé Knowles.

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E in Italia? Strano il destino delle ugole al femminile targate Belpaese: nonostante l’Italia sia considerata la patria della musicalità, della canzone e, dulcis in fundo, della morbida femminilità mediterranea, da noi il destino dell’unica girl band tricolore mai esistita è stato molto meno roseo di quello di Beyoncé. Vi ricordate delle Lollipop? Se la risposta è no, non c’è nemmeno bisogno di spiegare il perché alla Knowles sia andata meglio.
Chi dovesse ricordarsi, invece, delle componenti del gruppo femminile formatosi attraverso il talent show Popstars trasmesso nel 2001 da Italia 1, si goda la loro hit che, ahiloro, è stata profetica: Down Down Down.

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