Watchmen, la recensione del settimo episodio della serie tv

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Paolo Nizza

Dall’infanzia di Angela all’identità del Dottor Manhattan, dal Millenium Clock di Lady Trieu al processo di Ozymandias, passato, presente e futuro, danzano in questa sconvolgente settima puntata di Watchmen.

Dottor Manhattan ovvero Vietnam Mon Amour

“Un’ammirazione quasi religiosa” (In inglese, “An Almost Religious Awe”) Con queste parole il Dottor Manhattan, nella graphic novel creata da Alan Moore, descriveva il sentimento provato dai Viet-Kong nei suoi confronti. E non a caso la frase dà il titolo al settimo episodio della serie Watchmen. Dopo la struggente sesta puntata, un ‘altra identità viene rivelata, un’altra maschera viene strappata. Attraverso gli effetti collaterali del farmaco chiamato Nostalgia, veniamo trasportati nei ricordi di Angela Abar. Siamo nel 1985 in Vietnam durante le celebrazioni del VVN Day. Gli Stati Uniti hanno vinto la guerra. I negozi di Saigon tracimano di merchandising legato all’immagine del Dottor Manhattan. Il Supereroe che ha cancellato da solo un intero stile di vita si è ritirato su Marte. Di questo titano, un tempo noto con il nome di John Jonathan "Jon" Osterman, restano solo cartonati, burattini, palloncini. Ma al netto di questo mondo distopico in cui il Vietnam è diventai il 51 stato degli Usa, ciò che colpisce della serie Watchmen è la capacità di creare realtà alternative con una manciata di dettagli, Dopo The Pale Horse, il capolavoro citato nel quinto episodio con cui Spielberg ha vinto una schidionata di Oscar, scopriamo che David Cronenberg ha diretto Fogdancing, trasposizione cinematografica dei Racconti del Vascello Nero. Insomma, Damon Lindelof si diverte a costruire filmografie immaginarie che meriterebbero di diventare reali, Senza contare che ci viene svelato che Angela sceglierà il nome di Sister Night grazie a una videocassetta di genere Blaxploitation. Ma dietro questi sfiziosi easter eggs cinefili si cela il dramma. La sequenza ambientata in Vietnam si chiude con un attentato in cui vengono uccisi i genitori di Sorella Notte. La bambina verrà accolta, si fa per dire in un orfanotrofio, fino all’arrivo di nonna June. Ma anche in questo caso, la tragedia è in agguato. E i parallelismi tra Angela e suo nonno Will, alias Giustizia Mascherata si moltiplicano. Perché come dice l’agente Blake: “I bianchi mascherati sono eroi; i neri mascherati fanno paura.”

L’Orologio di Lady Trieu

Si sa; La multimilionaria asiatica ha un piano per salvare il mondo che inizia in Oklahoma. Ma non è la sola cosa che ci viene svelata in questo settimo episodio di Watchmen. La donna sta curando Angela dall’Overdose di Nostalgia. Lady Trieu sognava che il farmaco avrebbe liberato le persone dai propri traumi, Anzi, al contrario sono rimaste legate ai loro ricordi più penosi e hanno scelto di rivivere a loop i momenti peggiori della loro esistenza, E quindi la miliardaria ha risposto tutte le sue speranze nel Millenium Clock, di cui nei prossimi ultimi due episodi scopriremo il vero scopo. Quello che, invece, scopriamo in questa puntata è che Bian non è la figlia di Lady Trieu, ma la madre, Prima che morisse la donna ha raccolto i suoi ricordi e l’ha clonata. Insomma, la puntata è piena di sorprese. Come quella che riguarda la vedova di Judd Crawford, Jane, infatti, era a piena conoscenza dei piani del marito, Tant’è che, si sbarazza dell’agente Blake facendola cadere in una botola, come in un vecchio film di 007. L’ex spettro di Seta si ritrova così alla mercé del Settimo Cavalleria. E nello specifico, il senatore Keene le svela il piano dei suprematisti, decisi a impossessarsi dei poteri del dottor Manhattan

Ozymandias alla sbarra

La vita non sorride ad Adrian Veidt, L’uomo più intelligente del mondo è sotto processo. Con il costume di Oztmandias, il personaggio interpretato da Jeremy Irons viene accusato sia dei crimini del passato (ossia aver ucciso tre milioni di persone attraverso la creazione di un calamaro gigante) sia di quelli del presente, ovvero il perpetuo sacrificio dei cloni per tentare di evadere dalla sua prigione. Solo che, come in un quadro surrealista, sia la giuria, sia gli avvocati non sono altro che copie di Mr. Phillips (Tom Mison) and Ms. Crookshankss (Sarah Vickers) mentre il giudice del trubunale è il misterioso guardiacaccia con tanto di parrucca bianca. Adrian che ha scelto di difendersi da solo e risponde alle pesanti accuse con un beffardo emissione gassosa proveniente dalle sue viscere. Un gesto triviale, di cui al momento sfugge il significato.

Da Living in America a Life on Mars

Ça va sans dire, la rivelazione più incredibile del settimo episodio di Watchmen è scoprire che il Dottor Manhattan non si è autoesiliato sul Pianeta Marte. Il dio blu vive sulla terra sotto mentite spoglie. È Cala Abar, il marito di Angela che vediamo addormentato sul divano di casa con in mano una copia del libro “Per Chi Suona la campana” di Ernest Hemingway. Ed è chiaro che la campana ha suonato per Sorella Notte che è a conoscenza della vera identità di suo Marito. Con un martello, sulla falsariga di quello che fece Michelangelo con la Statua di Mosè, la donna riporta alla luce il simbolo della struttura atomica dell’idrogeno. La stanza illumina di blu. Il Dottor Manhattan è tornato in un episodio che inizia con Living in America di James Brown e finisce con una versione strumentale di Life on Mars di David Bowie. Nulla finisce mai davvero. E come diceva Scott Fitzgerald, Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato"

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