Tin Star stagione 2: la recensione del quarto episodio

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Linda Avolio

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Dal male può nascere il bene? Fino a che punto si può, e si deve, porgere l'altra guancia? In un episodio fortemente incentranto sulle figure di Johan Nickel - che ha lo sguardo di John Lynch - e di Elizabeth Bradshaw - una Christina Hendricks assolutamente convincente nella casualità della sua malvagità - non è facile dare una risposta univoca a queste due domande: leggi la recensione del quarto episodio di Tin Star 2.

Tin Star 2: cos'è successo nel quarto episodio?

E’ passato un po’ di tempo dal finale del terzo episodio, e lo capiamo dal fatto che la neve si è sciolta, a Little Big Bear come a Prairie Field. La primavera avanza, i pascoli ricominciano a farsi verdi, e Jim ha ripreso a bere in pianta stabile, dunque è più Jack che Jim.

Nonostante la loro chiesa sia stata distrutta, gli Ammoniti non si sono persi d’animo, e, in attesa di ricostruire la casa del Signore, tengono le loro funzioni religiose in una sala polifunzionale. Le campane suonano, chiamano i fedeli, e questi rispondono. Entrano in ordine, si siedono e attendono il loro Pastore, che però è impegnato a convincere una pecorella impaurita a unirsi al gregge. Quella pecorella è Anna, terrorizzata all’idea di partecipare alla messa: e se quello psicopatico di suo padre ne combinasse un’altra delle sue?

Alla fine Johan riesce a convincerla. La funzione ha inizio. Nickel parla di pace e di cosa significhi essere un buon cristiano: significa essere pieni d’amore e non conoscere la vendetta. Secondo lui, Anna è stata una benedizione per l’intera comunità, perché ha ricordato loro ciò per cui vivono: la generosità. Neanche a farlo apposta, non appena Johan finisce di pronunciare quella parola si sentono dei suoni che somigliano a degli spari. In realtà si tratta solo di proiettili di vernice, quelli usati per giocare a paintball. Chi avrà fornito le armi giocattolo alle ragazzine del villaggio? Noi un sospetto l’abbiamo: Jim/Jack. Anche Quiring e gli altri uomini del villaggio sanno benissimo chi è la mente dietro questa bravata, e la tentazione di andare a parlare con la polizia è forte. Johan, però, ricorda loro che lui 'è' la polizia, dunque andare a fare denuncia non avrebbe senso.

Il Pastore Nickel in realtà non sa che Jim/Jack è stato sospeso, ma sa bene di non voler attirare l’attenzione delle forze dell’ordine su di sé. Il motivo? I 15 chili di droga portati dal Messico. Un motivo più che sufficiente. Durante il dibattito il suo telefono si mette a vibrare. Johan si allontana e risponde, ma sembra che dall’altra parte ci sia solo una donna che ha sbagliato numero. Quiring, però, l’ha scoperto. Tenta di confiscargli l’apparecchio, ma lui si rifiuta di consegnarglielo. Prima o poi tra questi due ci sarà un acceso scambio di opinioni.

Elizabeth e Angela sono andate a fare la spesa. La situazione in cui si trovano non è delle migliori, ma non è niente che del whisky da discount e una bella partitella a ping-pong non possano risolvere, quantomeno in maniera temporanea. Peccato che a interrompere la festa arrivi un’ospite tanto inaspettata quanto sgradita: Jaclyn. La donna, che ora è sobria, è lì per un motivo ben preciso: affari.

In parole povere, Jaclyn vuole che Elizabeth le dia ciò che le spetta in cambio del suo silenzio: 100.000 dollari. Per la sera stessa. La polizia la sta cercando, e lei ha fretta. Soprattutto, non ha nessuna intenzione di finire in tribunale, perché per lei, donna nativa e non bianca, significherebbe automaticamente finire dietro le sbarre. E' determinata, e non ha nessuna paura: dopo aver perso i due figli, ormai Jaclyn non ha più nulla da perdere, dunque è veramente meglio non farla arrabbiare. Angela è perentoria: questo casino va risolto. E a risolverlo dovrà essere Elizabeth.

Rosa sta per partecipare a una gara di equitazione. Suo padre è preoccupato, le ripete più volte di tenere giù i talloni durante le curve. La sua mancanza di fiducia la irrita incredibilmente. Dopo aver caricato il suo cavallo sul van per il trasporto, la giovane Nickel confessa a Anna che, se vincerà la competizione, con i soldi del premio comprerà un biglietto aereo e se ne andrà via. La ragazza, però, si lascia sfuggire anche qualcosa di più. Per esempio, che la sua famiglia si è trasferita lì perché suo padre in Messico ha contratto dei debiti che non è riuscito a ripagare...

Elizabeth si reca alla Riserva per parlare con Jaclyn, temporaneamente nascosta lì, dove la polizia “normale” non può arrivare. 100.000 dollari non ci sono, ma un assegno da 10.000 può essere staccato anche subito. Jaclyn confessa che lei voleva fare la differenza, voleva aiutare la sua comunità, ed è giustamente offesa quando Elizabeth le offre la droga. Da smerciare, s’intende. L’accordo non viene trovato, e la mezzanotte si fa sempre più vicina. Tic toc.

Quando Jim/Jack fa ritorno alla sua roulotte, vi trova dentro Elizabeth, che è lì per chiedergli aiuto. Fa intendere di avere bisogno di qualcuno per “far sparire un problema” che rischia di far andare lei e Angela in galera. Tra un sorso di whisky e un ricordo dei bei vecchi tempi (precisamente di quando conobbe Angela, la figlia di un pericoloso criminale appartenente alla sua vita precedente), Jack le risponde che, al massimo, può prestarle 10 sterline. Elizabeth ribatte che è per colpa sua che lei è finita nei casini e si è ritrovata a scontrarsi con Gagnon (fu Jim a indagare sulla North Stream Oil per primo, cosa che le mise la pulce nell’orecchio), pertanto il suo aiuto sarebbe un atto dovuto. Ma poi fa l’errore di nominare il povero Pete, e a quel punto Jack la manda via, non prima di averle detto di non pronunciare mai più il nome di suo figlio. Donna avvisata, mezza salvata. Forse.

A Little Big Bear, Denise nota che i manifesti col volto di Jaclyn sono tutti appesi a neanche un metro da terra. Il mistero è presto svelato: ad appenderli è stato Nick, ancora sulla sedia a rotelle. Dopo un litigio dai toni piuttosto assurdi, Denise mette fine alla loro relazione. Finalmente, aggiungiamo noi!

Alla ricerca di un acquirente, per poter ricavare dalla droga i soldi necessari per mettere a tacere Jaclyn, Elizabeth approccia Frank. Lui è sicuramente allettato dalla proposta, ma non è convinto fino in fondo. Prima vuole saperne di più. Per esempio, chi sono i suoi soci, e da dove arriva la roba. L’affare rimane temporaneamente in sospeso, ma i due si lasciano con la promessa di sentirsi presto. Uscita dal pub, però, Elizabeth vede qualcosa che la mette sul chi va là: Jim/Jack, che ora fa il tassista, ha in macchina nientemeno che Angela. Perché si sono incontrati? Di cosa avranno parlato? Elizabeth torna alla sua macchina e si allontana. Gli uomini di Frank la seguono.

Rosa è pronta per esibirsi. Johan si scusa per aver messo in dubbio la sua preparazione, la rassicura, le dice che ha piena fiducia in lei, ma, nel momento in cui l’altoparlante la chiama per la gara, si allontana per parlare al telefono. Qualcuno vuole sapere dove sta un certo pacco, e questo qualcuno è poco contento di sentire che c’è stato un problema e che il pacco è stato nascosto da un’altra parte. Rosa è confusa, non sapeva neanche che suo padre avesse un cellulare, ma deve lanciarsi in pista. Parte bene, ma poi, distratta da altri pensieri, cade. Sua madre, suo fratello e Anna, che sono sugli spalti, rimangono senza parole. Dietro di loro, intanto, è seduto il tizio rimorchiato da Elizabeth nel primo episodio. Era lui al telefono con Johan.

Denise si reca alla Riserva alla ricerca del Capo della Polizia. Lo trova nel negozio multigenere situato lungo la strada principale. Gli mostra il volantino con il volto di Jaclyn, e lui le risponde di non cacciarsi subito nei guai per colpa di una di “queste”, che non vogliono chiaramente essere trovate. Per “queste” il Capo intende le drogate, le fuggiasche, le suicide. Peccato che, come gli fa notare Denise, di “queste” negli ultimi trent’anni ce ne siano state più di quattromila. Una cifra enorme. E se a lei la North Stream Oil ha dato un pick-up da 60.000 dollari, chissà cos’avrà dato a lui per il suo silenzio. In tutta risposta, il Capo la caccia via dalla “sua” Riserva. Ma lei, ovviamente non ha nessuna intenzione di mollare.

Quando Elizabeth va al pozzo per recuperare la roba, non trova niente. Ops. Angela non risponde al telefono, dunque non resta che una cosa da fare: darsela a gambe. Fatta la valigia in fretta e furia fa per aprire la porta di casa, ma si ritrova davanti Jaclyn, che capisce cosa sta succedendo e, per essere più incisiva e convincente, tira fuori dalla tasca una pistola. Nonostante ciò, Elizabeth riesce a disarmarla. La lotta tra le due donne è per la sopravvivenza, e alla fine a sopravvivere è Elizabeth. Che però non aveva nessuna intenzione di uccidere Jaclyn. La situazione si fa addirittura peggiore del previsto.

Bisogna nascondere il corpo, e il luogo designato è un tombino situato sul retro della proprietà. Ma, dentro il tombino, in ammollo nell’acqua, attaccato a una fune, Elizabeth trova il borsone con la droga. Sarà stata Angela a piazzarlo lì? Ad ogni modo, meglio nasconderlo in un posto più sicuro, al piano interrato, in una nicchia. Quando Elizabeth torna in casa, però, qualcuno la aggredisce alle spalle colpendola in testa. Uno degli uomini di Frank.

Questa giornata a dir poco provante si chiude con Johan che si reca al pozzo e che non trova il borsone. Inutile dire che per lui sono guai seri. Arrivato a casa, si ferma davanti all’ingresso. Non ha il coraggio di scendere dal pick-up. Ad accorgersi della sua presenza è Anna, che sale in macchina e gli chiede se è successo qualcosa che “ha a che fare col Messico.” Johan è ovviamente stupito, non sapeva che Anna fosse a conoscenza di certe dettagli. “Ho fatto una cosa orribile. Sono nei guai!” le confessa mentre è sul punto di scoppiare a piangere, e dallo sguardo di Anna possiamo intuire chiaramente una cosa: farà di tutto per aiutare quell’uomo. Anche chiedere a suo padre di intervenire. Un vero e proprio patto col diavolo.

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