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Yellowstone 2, la recensione del sesto episodio della serie tv con Kevin Costner

Serie TV sky atlantic

Linda Avolio

Leggi la recensione del sesto episodio della seconda stagione di 'Yellowstone', in onda su Sky Atlantic ogni mercoledì alle 21.15 (la serie è disponibile anche on demand e in streaming su NOW TV) - OVVIAMENTE CI SONO SPOILER PER CHI NON HA ANCORA VISTO L'EPISODIO

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Yellowstone 2, cos'è successo nel sesto episodio

Come il quinto, anche il sesto episodio di Yellowstone 2 si apre con un flashback. Un giovane Jamie giunto ormai all’ultimo anno del liceo confessa al padre di voler seguire le sue orme al ranch, ma John ha già deciso per lui: andrà a Harvard e studierà legge. “Gli avvocati sono le spade del nostro secolo.” sostiene con fermezza Dutton, dunque a suo figlio toccherà l’onore e l’onere di diventare quel qualcuno che lo aiuterà a proteggere l’impero di famiglia per vie legali.

 

Tornati nel presente, John fa un minimo di autocritica (ma proprio un minimo!!) e arriva a supporre che in fondo, forse, magari, chi può saperlo, la colpa di tutto quel rancore possa essere sua. Jamie voleva ferirlo, solo che alla fine ha ferito suo fratello e sua sorella, perché è il loro futuro che ha messo a repentaglio. Bisogna scoprire cosa vuole questa Sarah Nguyen, bisogna incontrarla, parlarci, ed eventualmente farle causa. 

E Jamie, praticamente posseduto dalla paura e dal senso di colpa, obbedisce, incontrando la reporter in un punto decisamente isolato, nel bosco. Le dice che ha deciso di revocare il suo permesso, ma lei gli ricorda che non funziona così, ormai quel che è fatto è fatto. Ciliegina sulla torta, aggiunge un bel “La tua famiglia se lo merita di perdere tutto. Non so descriverti il piacere che provo al pensiero di essere io a farvi cadere, nessun uomo dovrebbe possedere così tanta terra.” e poi fa per andarsene. Nel panico più assoluto, Jamie la colpisce…e poi, per farla tacere per sempre, la strozza.

 

Intanto i Beck sono andati a fare visita a Rainwater, che si presenta all’appuntamento in compagnia del fidato Mo e di due collaboratrici. Per farla breve, Malcolm e Teal non vogliono un nuovo casinò a Paradise Valley, così pensano bene di tentare di corrompere Thomas offrendogli privilegi che Jenkins non potrà mai offrirgli. Loro, e soprattutto le loro slot machine, valgono di più. Il presidente della sempre più estesa riserva di Broken Rock declina: non ha bisogno di soci. I due fratelli ribattono con un chiarissimo “La fo**eremo a ogni occasione Thomas, a meno che ci dia un motivo per non farlo.” Rainwater, però, non si lascia intimidire.

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Jimmy è preoccupato: deve trovare ottomila dollari, e deve trovarli in fretta. Lloyd gli dice che l’unico modo per raggranellare un po’ di denaro extra è partecipare ai rodei. Basta rimanere in sella per otto secondi, e lui potrebbe farcela. In effetti il giovane cowboy, durante una prova, dimostra di avere del talento in merito. Rip, però, è chiaro: non deve farsi male, non gli serve a niente un uomo con il collo rotto. Lloyd esulta: finalmente qualcosa che anche Jimmy sa fare bene!

 

Mentre è per strada, John viene fermato da Donnie, che gli suggerisce di stare lontano dai Beck. Lui ha fatto l’errore di finire in debito con loro, e ora, per usare un eufemismo, loro lo tengono per le cosiddette. Dutton non ha dubbi: è meglio che lo sceriffo torni a essere suo amico, perché il cerchio si sta stringendo. Poi va a trovare Jenkins, ma prima di aprire bocca, per mettere in chiaro le cose, gli lancia addosso una bottiglia di vino e una sedia. Rude! Sono stati i Beck a uccidergli il bestiame, e poi hanno incolpato lui per creare scompiglio. D’altro canto, la fonte primaria a cui sono riconducibili i loro problemi odierni è comunque lo stesso Dan: non doveva farsi venire in mente l’idea di costruire un casinò. Tra l’altro adesso i terreni appartengono a Rainwater: c’è bisogno di incontrarsi e di parlare faccia a faccia come si deve, questa questione va risolta.

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Tornato al ranch in stato di shock (e col corpo senza vita di Sarah Nguyen nel bagagliaio), Jamie chiede aiuto a Rip. Che vorrebbe parlare con John, ma che poi effettivamente decide di lasciar perdere, per non renderlo complice. Simuleranno un incidente. Con loro c’è Walker, incaricato di guidare la macchina della defunta fino al luogo della presunta tragedia. E’ però Jamie a caricare il cadavere sulla canoa e a spingerlo nel fiume: Rip non ci pensa neanche a lasciare il suo DNA da qualche parte!

 

“Elvis”, che ha capito di essersi reso complice di qualcosa di brutto, si rende conto di essere stato incastrato. Così terrà la bocca chiusa, gli dice Wheeler, che addirittura si offre di portarlo personalmente in stazione, visto che vuole andarsene. Per sua fortuna sarà Kayce, sopraggiunto giusto in tempo, ad accompagnarlo. Perché Dutton Junior sa benissimo cosa significa tutto questo. Walker viene graziato con la promessa di non dire niente, mentre Kayce, da parte sua, promette che quando tornerà al ranch sarà lui a gestire le cose, e sarà tutto diverso.

 

Monica, decisamente confusa, si ritrova quasi a fare sesso con Martin, ma a un certo punto gli chiede di fermarsi. Lui ovviamente si ferma, ma non la prende benissimo: deve fare chiarezza dentro di sé, altrimenti soffrirà lei e farà soffrire le altre persone coinvolte. Va meglio a Jimmy, che, inaspettatamente, partecipa al rodeo e vince!! Tornato alla baracca dei mandriani, con tanto di tamarrissima fibbia placcata in oro in bella mostra, scopre però che Avery è andata via senza spiegazioni: che fine avrà fatto?

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La sera, John apprende dal notiziario che la giornalista Sarah Nguyen è la terza vittima dell’anno in un preciso tratto del fiume. Ci mette ovviamente due secondi a mettere insieme i pezzi, e quando trova Jamie in salotto col bicchiere in mano non ha dubbi rispetto a quanto veramente accaduto. Suo figlio, ancora scioccato, farfuglia che non ha avuto altra scelta, ma lui, duro come la roccia, ribatte implacabile con un “Potevi buttarti nel fiume, ma l’idea di farti male non ti ha mai sfiorato.” decisamente aperto a varie interpretazioni. C’è però qualcun altro che ha saputo della tragica dipartita della reporter: Christina…

 

La mattina successiva, John, Kayce e Tate si preparano per andare a cacciare. Da “bravo” nonno, Dutton mette in guardia il nipote: quel fucile ha il potere di togliere la vita, e lui non potrà ridarla, neanche se è stato un errore. Tutto chiaro, vero? Il giovane Tate spara e uccide così il suo primo cervo – una cerva, per la precisione –, ma poi, quando viene “iniziato” e si ritrova la faccia cosparsa di sangue dell’animale morto, rimane senza parole. Suo padre e suo nonno lo rassicurano: va tutto bene, uccidere non è cosa da poco, ma tutti lo fanno, per sopravvivere. “Qualcuno ucciderà anche noi allora?” vuole giustamente sapere, e John non mente: certamente. Potrebbe essere un minuscolo batterio, o un orso. Non si muore di vecchiaia, è sempre colpa di qualcosa…o qualcuno…

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Capita spesso che i minuti iniziali di un episodio di una serie tv, generalmente posti prima della sigla di apertura, fungano da prologo o comunque da segmento introduttivo, e Yellowstone ovviamente non fa eccezione, come abbiamo avuto modo di vedere fin qua. In particolare, il sesto episodio della seconda stagione, così come il quinto, e come svariati altri, è un flashback, e questa volta viene fatta luce – un pochino di luce, quantomeno – sul passato di Jamie e, soprattutto, sul suo rapporto col padre (in queste scene interpretato da Josh Lucas, veramente impressionante per la sua somiglianza a Costner/Dutton!).

 

Sapevamo già che il personaggio di Wes Bentley è diventato avvocato per obbligo e non per scelta, ma quello che non sapevamo è che Jamie da giovane voleva in realtà lavorare al ranch, non finire esiliato in Massachussets per svariati anni, per poi tornare ed essere la spada di famiglia in tribunale.

 

A rendere però veramente interessante questo flashback è la dinamica padre/figlio che vediamo in atto. John è sicuramente cresciuto ben consapevole che un giorno avrebbe preso il posto di suo padre, dunque sapendo bene che prima o poi sarebbe toccato a lui battersi per mantenere in vita l’impero di famiglia. Il suo destino è sempre stato segnato, e coi suoi figli è andata allo stesso modo. Non esiste “io” al Yellowstone Dutton Ranch, esiste solo “noi”, e i figli, quantomeno i figli maschi, devono tutti fare la loro parte. E’ un dovere morale, ed è anche un obbligo, e ora è ancora più chiara la decisione di John di punire Kayce per avergli disobbedito in giovane età. Con Beth è andata diversamente, ma in fondo non c’è mai stato bisogno di imporle niente: il suo bisogno di approvazione e di amore paterno non la trasformeranno mai in una traditrice o in una ribelle.

 

Al di là degli avanzamenti della trama – Duntton che decide di confrontarsi con Jenkins e Rainwater per trovare una soluzione a quel fastidioso e pericoloso grattacapo che sono i Beck, l’omicidio di Sarah Nguyen, la decisione di Walker di andarsene e, soprattutto, la decisione di Kayce di graziarlo, salutandolo con la promessa di un futuro diverso –, la parte più interessante di questo episodio piuttosto John-centrico è forse il confronto finale del personaggio di Costner con quello di Bentley, con quel commento – "Potevi buttarti nel fiume, ma l’idea di farti male non ti ha mai sfiorato." – che sembra quasi un invito al suicidio. A dir poco raggelante.

 

La violenza si manifesta in varie forme, nel mondo reale come in quello di finzione di Yellowstone, e quella psicologica, specialmente quella esercitata dai genitori sui figli, non è meno problematica e terrificante di quella fisica.

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