Non solo Scrubs: a seguito delle polemiche relative all'uso del cosiddetto blackface, anche altri episodi di altre serie tv, tra cui The Office, Community e The Golden Girls, sono stati ritirati
Black Lives Matter, dopo Scrubs nuovi casi di blackface
L'America continua a fare i conti con il proprio passato, alla luce del movimento Black Lives Matter, che ha preso il via dalle proteste legate all'uccisione di George Floyd lo scorso 25 maggio. Prosegue dunque il controverso re-watch di scene, frammenti, spezzoni di film, episodi di serie tv che contengono riferimenti razzisti, sia consapevolmente che involontariamente. Gli ultimi casi riguardano delle serie comiche molto note e apprezzate, e innescano un piccolo corto circuito all'interno di questo dibattito sacrosanto ma non privo di zone d'ombra (ricorderete poche settimane fa il controverso caso di “Via col Vento”, prima ritirato e poi rimesso in catalogo dalla HBO con un'introduzione di quattro minuti che spiega il contesto storico dell'opera).
Iniziamo da “The Office”, la splendida sit-com che ha lanciato comici come Steve Carell. Sotto accusa il nono episodio della nona stagione, “Dwight Christmas” - gioco di parole su Dwight Schrute, uno dei personaggi più famosi della serie, un impiegato sociopatico con idee nazistoidi detestato da quasi tutti i suoi colleghi. Non stupisce perciò che voglia celebrare il Natale attraverso una recita aziendale basata su una fiaba olandese in cui è previsto un personaggio soprannominato “Black Peter”, vestito in modo variopinto e con il viso dipinto di nero. Quando i colleghi di Dwight gli fanno capire che non è il caso, lui manda un SMS a un suo amico che si stava avvicinando alla sede dell'azienda, già vestito e truccato da “Black Peter”; il suo amico legge il messaggio e fa marcia indietro.
Questo frammento – in cui si fa un uso evidentemente satirico del famigerato blackface – è stato tagliato da Netflix. Non solo: a stretto giro di posta sono arrivate le parole di Greg Daniels – adattatore della versione statunitense della serie, nata originariamente in Inghilterra – che, pur ricordando il carattere comico dell'episodio, ha dovuto e voluto precisare che “il blackface è sempre inaccettabile e sottolineare il punto in maniera così esplicita è violento e sbagliato. Mi scuso con il dolore che ha causato”.
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Il secondo caso riguarda “Community”, sit-com del 2009 ambientata in un college del Colorado. L'episodio incriminato è il quattordicesimo della seconda stagione, “Dungeons & Dragons”, in cui il personaggio del Senor Chang – uno psicotico con manie di grandezza e persecuzione che si diverte a tormentare gli altri, insomma, indiscutibilmente “il cattivo” della serie – si presenta a una sessione di Dungeons & Dragons con il volto dipinto di nero, sostenendo di essere travestito da “elfo oscuro”.
Tutti gli altri personaggi sottolineano immediatamente il lato patetico della cosa: in pochi secondi il blackface del Senor Chang viene definito per quel che è, un gesto razzista, un hate crime. Ma una dichiarazione d'intenti così esplicita non è bastata per sfuggire alla scure di Netflix e Hulu, che hanno rimosso l'intero episodio dai rispettivi cataloghi.
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Ancora più discussa è la scelta di Hulu di rimuovere un episodio di “The Golden Girls” (in italiano “Cuori senza età”), sit-com trasmessa dal 1985 al 1992 e oggi disponibile in versione integrale. L'episodio in questione è il 23° della terza stagione, si intitola “Mixed Blessings”, racconta di un matrimonio tra un uomo bianco e una donna nera osteggiato da entrambe le famiglie e gioca sui classici stereotipi andati in scena decine di volte nella storia della tv e del cinema americano. La sequenza sotto accusa ritrae due donne alle prese con una maschera di bellezza proprio mentre ricevono la visita dei familiari della futura sposa, accolti con la frase “This is mud on our faces, we’re not really black!” (Quello che abbiamo in faccia è fango, non siamo veramente nere!): una battuta oggi ritenuta fuori luogo dai gestori della piattaforma Hulu.
Contemporaneamente aumenta il numero dei “passi indietro” di attori e doppiatori bianchi che negli ultimi anni hanno prestato la voce a personaggi di etnie diverse all'interno di serie d'animazione: il caso più discusso è quello di Alison Brie, che venerdì con un post su Instagram si è detta rammaricata per aver doppiato Diane Nguyen, un personaggio di “BoJack Horseman” di origine vietnamita. “Abbiamo perso una grande occasione per rappresentare la comunità vietnamita in modo accurato e rispettoso”, ha scritto Brie, che tra l'altro ha anche fatto parte del cast di “Community”.