Leggi la recensione del terzo episodio di His Dark Materials - Queste oscure materie , in onda ogni mercoledì sera alle 21.15 su Sky Atlantic.
Queste oscure materie, episodio 3: la recensione
Il terzo episodio della prima stagione di His Dark Materials è l'episodio della consapevolezza. Per tutti arriva un momento in cui bisogna prendere atto del fatto che non ci si può più permettere di essere innocenti, un po' perché la vita lo richiede, un po' perché, banalmente, si sta crescendo. Così, per poter abbracciare il nostro potenziale abbiamo bisogno di fare nuove esperienze, e quasi sempre fare nuove esperienze equivale a uscire dalla nostra zona di comfort. Che, a sua volta, significa sostanzialmente una cosa: dire addio al nostro vecchio io, ma dire benvenuto al nostro nuovo io.
Si rinuncia a qualcosa per ottenere qualcos'altro, e raramente si tratta di uno scambio indolore, come ha imparato a sue spese Lyra, che, dopo aver scoperto che suo zio in realtà è suo padre, nel giro di pochissimo viene a sapere un'altra amara verità: Marisa Coulter, il mostro alla guida dell'Intendenza Generale per l'Oblazione, è sua madre. Crescere significa anche ingoiare dei bocconi decisamente amari, e la protagonista della serie di sicuro non è più la bambina innocente e ingenua del primo episodio. O meglio: ha ancora l'innocenza della sua giovane età, non è ancora stata intaccata dal cinismo che sembra avvolgere gli adulti, ma di certo ha perso quasi ogni traccia di ingenuità. E non potrebbe essere altrimenti, visto il viaggio che sta per compiere. Un percorso, letterale e metaforico, di crescita.
Le (opposte) forze in gioco si mettono in moto, e niente sarà più come prima. Mentre la Signora Coulter si mette subito alla ricerca della figlia partendo da quello che, a suo avviso, è il posto più ovvio – il Jordan College, con tanto di palese minaccia al Maestro, alla faccia dell'asilo accademico!! – Lyra, grazie all'aiuto dei Gyziani, che alla fine decidono di accoglierla tra loro, riesce miracolosamente ad allontanarsi da Londra e a partire per il Nord.
Intanto, Lord Boreal entra in possesso di nuove informazioni su Grumman, e si tratta di informazioni che lo lasciano, comprensibilmente, a bocca aperta. A quanto pare, Grumman non si chiama (solo) Grumman, bensì John Parry. Ed è (era?) originario non del mondo di Boreal, ma di quello del suo informatore. Stanislaus/John è irrintracciabile, ma lo stesso non si può dire della sua famiglia, che si trova nel suo mondo d'origine. La cosa più incredibile è però il fatto che Grumman/Parry nel mondo di Boreal ha (aveva?) un daimon, ma nel mondo dell'informatore nessuno è accompagnato da un animale parlante: come si spiega dunque questa cosa?
Se questa parte della narrazione vi sembra un po' intricata, non preoccupatevi. I lettori della saga di Pullman sanno benissimo cosa e chi sta cercando Lord Boreal, e sanno benissimo chi è Grumman/Parry, dunque sanno anche cosa aspettarsi da questa linea narrativa, che nella serie sia stata introdotta molto prima del previsto. Esatto, avete letto bene: ne La bussola d'oro tutta la parte relativa alla doppia identità di Stanislaus Grumman/John Parry, alle sue ricerche e ai suoi viaggi da un mondo all'altro praticamente non compare. In fase di adattamento, però, è stato deciso di anticipare questa porzione della storia, ed è per questo motivo che la storyline di Lord Boreal per adesso sembra completamente separata da tutto il resto.
Ma torniamo al terzo episodio, che introduce in maniera chiara e inequivocabile il concetto di rischio e conseguenze. Peccato che, in un mondo in cui la crudeltà è semplicemente arbitraria, c'è poco da stare a fare chissà quali calcoli. Lo sa bene Tony Costa, che va alla ricerca di informazioni a casa di Marisa Coulter insieme a Benjamin, ma che, colto sul fatto dal daimon della misteriosa Signora, è costretto a fuggire e a lasciare dietro di sé l'amico ferito. Che, pur di non finire prigioniero del Magisterium, preferisce suicidarsi. A proposito della sequenza in cui Marisa scopre di avere degli ospiti decisamente non graditi: possiamo dire che Ruth Wilson è stata semplicemente terrificante? Sì, possiamo dirlo, è lo diciamo! Insieme a Daphne Keen, giovanissima ma veramente piena di talento, Wilson è la vera punta di diamante della serie.