The Loudest Voice, la recensione dell'episodio 5

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Leggi la recensione del quinto episodio di The Loudest Voice, in onda in prima tv per l'Italia ogni mercoledì alle 21.15 su Sky Atlantic. - Golden Globe Awards 2020, ecco tutte le serie tv in nomination

The Loudest Voice, episodio 5: il recap

Le elezioni presidenziali si avvicinano, e Roger ha intenzione di fare quanto in suo potere per evitare la rielezione di Obama. Intanto, i rapporti professionali tra Ailes e Gretchen Carlson si deteriorano di giorno in giorno, sostanzialmente perché lei, comprensibilmente, non vuole concedersi a lui. La conduttrice prova a guardare altrove, ma il potente produttore le fa terra bruciata attorno. Alla fine, come contentino, le dà uno show tutto suo...ma alle due del pomeriggio, la fascia oraria meno ambita. Una punizione e un'umiliazione per una professionista come lei.

Joe comincia ad avere sei seri ripensamenti sul suo coinvolgimento con gli Ailes. A far traboccare il vaso è la decisione dell'intera redazione del giornale di Garrison di licenziarsi all'improvviso. La causa? La linea editoriale, ormai totalmente a favore dei repubblicani. Quando poi Beth gli mostra il rifugio antiatomico sotto la villa, il giovane caporedattore è ancora più spiazzato. La decisione di andarsene, però, arriva dopo una cena a casa Ailes a cui partecipa anche sua sorella, che si scontra duramente con Roger.

Il giornalista Gabriel Sherman sta scrivendo un libro sulla nascita di Fox News, ma Roger non è molto contento all'idea: non vuole che qualcuno va a ficcare il naso dove non dovrebbe. Brian scopre che in un piano dismesso del palazzo dove ha sede il canale ci sono delle persone che diffamano online via social, specialmente Twitter, il libro di Gabriel, The Loudest Voice in The Room. Confuso e arrabbiato, chiede spiegazioni a Roger, ma in tutta risposta viene liquidato dopo aver firmato un NDA, un accordo di non divulgazione. Anche Laurie, sempre più sofferente, si ritrova costretta a firmare un accordo del genere in cambio di una cospicua somma di denaro.

Ailes si mette al alvoro per trovare un candidato repubblicano che alle prossime elezioni abbia delle effettive chance di vittoria: forse Donald Trump? Gretchen ha un aspro confronto con Roger, che l'accusa di essere un'ingrata. Lei apparentemente incassa senza ribattere...ma in realtà ha registrato ogni parola...

The Loudest Voice, Sienna Miller è Elizabeth Ailes. FOTO

The Loudest Voice, episodio 5: la recensione

Il quinto episodio è l'inizio della fine. Il personaggio interpretato da un ottimo Russell Crowe è ancora forte, potente, importante e temibile, ma i segni del suo declino professionale e personale cominciano a manifestarsi. Inizia ufficialmente qui la battaglia tra Roger Ailes e Gretchen Carlson, che nella serie ha il volto di Naomi Watts, un'attrice che non ha bisogno di presentazioni.

Carlson, con Fox News ormai da parecchi anni, vorrebbe un programma tutto suo, ma Ailes non solo la sminuisce col suo tipico fare maschilista, manipolatore e sciovinista - semplicemente disgustose le scene in cui, con la scusa degli esercizi di respirazione, ne approfitta per palpeggiarla -, ma, addirittura, quando scopre che in ballo c'è la possibile proposta di un network concorrente le fa terra bruciata attorno. Salvo poi, alla fine, concederle "gentilmente" lo slot delle due del pomeriggio, una fascia oraria che è una vera e propria punizione.

Il sadismo e il bisogno di avere il controllo pressoché totale dell'altro - visto come un oggetto, un mezzo per raggiungere un determinato fine (la vittoria sull'avversario, il piacere, etc) - vengono mostrati nella maniera più diretta possibile. Ma stavolta succede qualcosa che prima non è mai successo. Questa volta la vittima, stufa di subire, decide di contrattaccare. Nel finale dell'episodio, infatti, vediamo Gretchen stare al gioco, ma poi, una volta fuori dall'ufficio di Roger, scopriamo che ha registrato tutto, ogni singola parola. Non c'è niente di più pericoloso di una persona sottomessa che capisce che non è obbligata a sottostare a ogni sopruso. 

Il modus operandi di Roger è ormai chiaro, e finalmente anche Joe - di fatto rapito e confinato a Garrison - si accorge di quanto disturbati siano i coniugi Ailes. Sì, perché se da una parte anche Elizabeth può essere considerata una vittima delle manipolazioni del marito, dall'altra è evidente che è totalmente allineata al suo pensiero per quanto riguarda le questioni relative alla politica e alla società. Beth Ailes è una figura quantomeno ambigua, e Sienna Miller, sotto strati e strati di trucco prostetico, fa un ottimo lavore nel restituire questa ambiguità.

Poi c'è Brian, che quando scopre cosa sta combinando Roger di nascosto - la "fabbrica" di tweet per diffamare Gabriel Sherman, il giornalista che effettivamente scrisse il libro da cui è tratta la serie, The Loudest Voice in The Room - vuole un confronto onesto, ma, in tutta risposta, viene liquidato. Certo, si porterà a casa una cifra che gli permetterà di vivere da re fino alla fine dei suoi giorni, ma l'umiliazione di essere stato trattato come l'ultimo degli imbecilli non se ne anrà mai. Anche lui, alla fine, per Ailes non era nient'altro che un oggetto, un mezzo per raggiungere un determinato fine, e non è un caso che la storyline di Brian sia in certi punti simile e speculare a quella di Laurie in questo episodio.

Anche Laurie, che per anni è stata l'oggetto - o meglio, uno degli oggetti - deputati al piacere fisico e psicologico di Ailes viene "taken care of", cioè liquidata, con una firma su un accordo: in cambio del suo silenzio si porterà a casa una discreta quantità di dollari, ma le sue ferite non si rimergineranno mai completamente.

Last but not least, ecco arrivare, schiacciante, la vittoria di Obama su Romney, che viene messa in scena col chiaro intento di essere una metafora del declino di Ailes, che è ancora sicuramente una figura chiave, ma che sta inevitabilmente andando incontro al declino. Il quinto episodio mette in chiaro una cosa ben precisa: la voce di Ailes per ora è ancora "la più forte nella stanza"...ma non per molto.

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