Tin Star stagione 2: la recensione del nono episodio

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Linda Avolio

Il ritrovamento del cadavere di Rosa sconvolge i piani dei Worth, che fanno ritorno a Prairie Field per portare ai Nickel il corpo senza vita della ragazza. Scopriamo che Anna non è la figlia biologica di Jim/Jack. Il Giorno del Giudizio è dietro l'angolo: a breve arriveranno i sicari del Cartello, ma ormai Johan non ha più paura di morire. Leggi la recensione del nono episodio di Tin Star 2.

Tin Star 2: cos'è successo nel nono e penultimo episodio?

Il nono e penultimo episodio di Tin Star 2 si apre con con la famiglia Worth in una tavola calda. Mentre Angela e Anna pranzano, Jim/Jack, con la scusa di andare in bagno, va a recuperare dei documenti falsi. E, per sicurezza, pianta una pallottola in testa a chi glieli ha procurati. La prudenza non è mai troppa. In fuga dal passato, l'allegra famigliola assassina si rimette in viaggio sul suo sgangherato taxi, ma non va molto lontano.

Fermo su un lato della strada, con la portiera dal lato del guidatore aperta, c'è il pick-up di Rosa. Mentre vediamo un decisamente agitato Chico, il cavallo della ragazza, fare ritorno a casa, a Prairie Field, scopriamo che la poverina è stata brutalmente uccisa. Questo è ciò che succede a chi non sta agli accordi del Cartello. 

Non appena vedono l'animale, Sarah e Johan capiscono che qualcosa non va, e purtroppo per loro è proprio così. L'arrivo del taxi dei Worth è la conferma di un incubo. A dare la notizia a Sarah è Angela. E' sempre lei a occuparsi del piccolo Thomas e a tenerlo impegnato per evitare di fargli vedere il corpo della cugina in quello stato. Puoi togliere un figlio a una madre, ma un madre rimarrà tale per sempre.

La scena in cui i Nickel accorrono al capezzale della figlia morta è straziante: Rosa viene deposta sul suo letto, e per un attimo sembra che stia solo dormendo. Il sangue sui suoi vestiti, però, racconta un'altra storia. Nel frattempo, Quiring e gli altri anziani del villaggio si armano: proteggeranno la Comunità, costi quel che costi.

Anche Anna ci è rimasta malissimo: non riesce a trovare un senso a tutta quella sofferenza, e, soprattutto, sa bene che non è ancora finita.

A Prairie Field fa capolino Denise, che ha una busta da consegnare a Jim/Jack. Non si sa chi l'abbia lasciata alla stazione di polizia, ma si sa cosa contiene: una foto di Anna appena nata in braccio a qualcuno, "un uomo morto" dice l'ex Capo Worth. Denise si offre di aiutarlo, ma lui, preoccupato per lei, rifiuta. Lei allora se ne va, ma prima di entrare nella Riserva getta nel fiume la sua "stella di latta": quello è solo un pezzo di metallo, per lei ormai non rappresenta più niente.

Angela sta insegnando ad Anna come smontare, rimontare e caricare una pistola, ma a un certo punto qualcuno bussa alla porta della roulotte: è il piccolo Thomas, che ha raccolto un mazzolino di fiori di campo. A casa Nickel, intanto, Johan, in preda allo sconforto e al dolore, piange accanto al corpo di Rosa. L'arrivo delle donne della Comunità fa infuriare Sarah: come si permettono di dirle che loro l'hanno "assolta dal suo dolore"?? Ovviamente vengono tutte mandate via in malo modo. Resta solo Angela, che sa bene cosa significa perdere un figlio.

Mentre le due madri puliscono il corpo della ragazza, Johan, che dallo sconforto è passato alla rabbia, spara a Chico. Non può più sopportare di vedere quel cavallo. Non può più sopportare questo strazio. Prairie Field lentamente si svuota, in molti hanno deciso di andarsene, almeno per il momento.

Manca poco alla resa dei conti, i sicari del Cartello stanno arrivando, lo si respira nell'aria, e per Jim/Jack e Angela è arrivato il momento di dire la verità ad Anna: lei non è la figlia biologica di Jim/Jack, è la figlia di un uomo che Angela amava. E' la figlia di un uomo che Angela ha chiesto a Jack di uccidere.

L'episodio si chiude con un intenso confronto a parole tra Johan e Jim/Jack. Il primo vuole sapere cosa si prova quando si uccide qualcuno. Vuole sapere se Jack ricorda tutti gli uomini che ha ucciso. Il Pastore Nickel è stato vicino a tanti uomini morenti e sa che c'è chi ha paura e chi invece è sereno. I primi sono gli uomini che hanno sempre mentito a loro stessi, che hanno mentito su chi erano e su cos'erano diventati, mentre i secondi sono quelli in pace perché non hanno mai mentito o perché hanno smesso di mentire.

Ebbene, Johan ha deciso di smettere di mentire. Non ha più paura: quando morirà, l'ultima cosa che vorrà avere davanti agli occhi è la faccia di "ogni stramaledetto uomo che ho ucciso". Jim/Jack, però, non si lascia impressionare, e si congeda con un semplice "Buona fortuna allora". Sì, la fortuna è proprio ciò di cui hanno tutti bisogno in un momento del genere...

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