Nuovo appuntamento con i docu-film del ciclo Il Racconto del Reale, e questa volta si parla del rapporto tra gli italiani e la scienza, un rapporto spesso difficile a causa della diffidenza dei primi nei confronti della seconda. Basti pensare ai vaccini. Ma il caso della virologa Ilaria Capua, travolta da un falso scandalo mediatico che l’ha bollata come trafficante di virus, è esemplare. L'Altra Scienza - Il Caso Ilaria Capua ricostruisce la vicenda e ne elabora gli insegnamenti. E un gruppo di autorevoli testimoni analizzano un sentimento collettivo: in Italia è più facile fidarsi di una fake news che di uno scienziato? L'appuntamento è per domenica 11 novembre alle 21.15, come sempre su Sky Atlantic
Tra il 2013 e il 2016 Ilaria Capua, virologa di fama internazionale, salita alla ribalta per la decisione di rendere di dominio pubblico la sequenza genica del virus dell’aviaria, è vittima di una vicenda kafkiana. Si ritrova improvvisamente coinvolta in un complesso caso giudiziario e mediatico, con l’accusa, da cui poi sarà prosciolta, d’essere una delle menti di un traffico di virus a scopo di lucro. La storia personale della scienziata e il modo in cui il Paese - sistema dei media, mondo politico e comunità scientifica - ha affrontato il suo caso s’intrecciano nel docu-film “L’Anti-Scienza – Il Caso Ilaria Capua”, che sarà presentato in prima mondiale al Festival del Cinema di Roma, in programma nella sezione “Riflessi”.
Il film di Stefano Pistolini e Massimo Salvucci, con la collaborazione di Cristiano Panepuccia, è stato prodotto da Dallarouche in collaborazione con Sky e sarà proiettato il 19 ottobre alle 21, al museo Maxxi di Roma. Seguirà un incontro con Gianni Letta, Riccardo Luna e Mattia Feltri. “L’Anti-Scienza – Il Caso Ilaria Capua”, sarà poi in onda su Sky Atlantic domenica 11 novembre alle 21.15, all’interno del ciclo “Il racconto del reale”.
Quando Ilaria Capua scopre - da un articolo di giornale e non da un avviso di garanzia - di essere coinvolta in un’inchiesta relativa ad un traffico illegale di virus, è una deputata della Repubblica, a capo della commissione Ricerca della Camera e direttrice del Dipartimento di Scienze Biomediche Comparate dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie a Legnaro, divenuto sotto la sua guida, un centro d’eccellenza di livello mondiale.
L’impatto psicologico delle accuse su Ilaria e l’assenza di solidarietà espressa nei suoi confronti sia dall’universo scientifico che da quello politico, la spingono - quasi in coincidenza con la celebrazione del processo a suo carico e della sentenza che decreta che “il fatto non sussiste” - a lasciare il paese e a ricominciare una nuova vita negli Stati Uniti, a capo del laboratorio “One Health” della prestigiosa Università della Florida.
Ora Ilaria racconta la vicenda che le ha cambiato la vita. E tanti testimoni che hanno seguito lo svolgersi degli eventi offrono il loro contributo: da Mario Monti, che volle la Capua con sé durante il suo governo, a Paola Severino, ministra della Giustizia al tempo dei fatti, all’editorialista Paolo Mieli, a scienziati come Sergio Garavini, Ferdinando Aiuti, Giuseppe Ippolito.
La vicenda negativa che ha perseguitato Ilaria Capua è l’occasione per porre una questione più ampia: perché il rapporto degli italiani con la Scienza appare così colmo di diffidenze? Perché il mandato fiduciario concesso agli scienziati diviene subalterno ai clamori di cure miracolose o di oscuri disegni delle case farmaceutiche a caccia di proventi miliardari? Perché l’Italia è sempre più il paese dell’Anti-scienza, anziché del progresso scientifico? E perché i migliori talenti fuggono all’estero, sfiduciati da questo scenario?