Twin Peaks - La serie evento: la recensione degli episodi 3 e 4

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Per l'Agente Cooper è finalmente arrivato il momento di abbandonare la Loggia Nera, ma oscure forze si metteranno in mezzo. A Twin Peaks, intanto, Hawk segue il suggerimento di Margaret, e si mette alla ricerca di qualcosa che manca e che ha a che fare con Dale. Ritroviamo anche Albert Rosenfield e Gordon Cole, intenti a indagare il misterioso omicidio dei dui ragazzi a opera di...beh, nessuno ne ha assolutamente idea, per ora! Leggi la recensione del terzo e del quarto episodio (ovviamente ci sono SPOILER se non avete visto gli episodi!!)

di Gabriele Acerbo

(@gabace)

 

 

 

Cosa succede nelle nuove puntate di Twin Peaks andate in onda la scorsa notte in lingua originale su Sky Atlantic HD? Prima di avventurarci in un racconto pieno di spoiler, ricordiamo dove eravamo rimasti la scorsa settimana e cioè con Dale Cooper espulso dalla Loggia Nera che vaga in uno specie di iperspazio, mentre la sua versione cattiva è sulla Terra a spargere morte e violenza. Intanto a Twin Peaks, la signora Ceppo contatta il vice-sceriffo Hawk avvisandolo che qualcosa che ha a che fare con Cooper è scomparso. Invece a New York, in un palazzo di un misterioso miliardario, due giovani vengono brutalmente ammazzati da una strana creatura fuoriuscita da una inesplicabile scatola di vetro, mentre in una cittadina del South Dakota viene ritrovata la testa di una donna accanto a un corpo maschile dalle forme un po’strane.

 

E adesso partiamo con il resoconto zeppo di SPOILER di quanto è successo nei nuovi episodi. La premessa è che in termine di sperimentalismo e surrealismo Lynch si sta spingendo molto oltre qualsiasi limite che la tv si era data fino ad oggi.

 

 

 

 

 

Nei primi 15 minuti della parte 3 entriamo in un universo altro che ricorda la preistoria del cinema lynchiano, il mondo del suo primo lungometraggio Eraserhead. Cooper precipita in un non-luogo sospeso tra un oceano senza fine e lo spazio più profondo: lì incontra due donne, un’orientale senza occhi e un’altra tizia (interpretata da Phoebe Augustine, alias Ronette Pulaski, anche se nei credits è indicata come American Girl). Vedrà anche apparire tra le stelle il faccione del maggiore Briggs che pronuncia la frase “Blue Rose”, nome in codice dato dal Fbi ai casi più misteriosi. Questa sequenza surreale lunga 15 minuti e senza dialoghi si conclude con Cooper risucchiato da una strana macchina che lo materializza, attraverso una presa elettrica, in un appartamento. Lì prenderà il posto di un certo Dougie Jones (interpretato dallo stesso Kyle McLachlan in versione extralarge) che farà una brutta fine nella Loggia Nera. Infatti al dito di Mr. Jones  c’è il famoso anello verde con il simbolo del gufo che, come ha dimostrato Fuoco cammina con me, non porta bene a chi lo indossa.

 

 

 

La riapparizione di Cooper nel mondo reale è una sorta di rinascita, anche nel tono della serie: se nei primi due episodi il registro comico-grottesco tipicamente lynchiano rimane sottotraccia (a parte la sequenza con la vicina di casa della vittima Ruth Davenport e le performance di Andy & Lucy), le performance del nuovo Cooper sono esilaranti. Il buon Dale si trasforma in una sorta di demente che non fa che ripetere l’ultima parola ascoltata.

 

 

 

Qui siamo nel territorio di uno dei registi più amati da Lynch, ossia Jacques Tati con i suoi film su Monsieur Hulot: tant’è che Dumb Cooper passa da una gag all’altra all’altra, dall’incontro con una prostituta a un mega-vittoria alla roulette del casinò Silver Mustang fino all’incontro con la moglie di Dougie (Naomie Watts) che le offrirà del caffè nero che (forse, lo scopriremo nella prossima puntata) lo farà tornare in senno.

 

 

 

 

 

Se il Cooper buono si mangia buona parte dei due nuovi episodi, il Cooper cattivo è meno centrale rispetto alle parti precedenti, anche perché la sua corsa on the road a trucidare chi si mette sulla sua strada pare temporaneamente arrestarsi. Infatti, contemporaneamente dell’arrivo del Cooper buono nel mondo reale, il doppelganger vomita la garmonbozia (il cibo di cui si alimentano le creature malvagie della Loggia Nera) e provoca un rovinoso incidente stradale. Messo agli arresti ha un colloquio con l’Fbi, esattamente con due nostre vecchie conoscenze: Gordon Cole (David Lynch) e Albert Rosenfeld (lo scomparso Miguel Ferrer). La coppia di investigatori in un primo tempo è convinta di avere a che fare con il “loro” Cooper misteriosamente scomparso 25 anni prima, ma piano piano si rendono conto che qualcosa non torna. Al loro fianco compare una nuova agente, Tammy Preston (una conturbante Chrysta Bell) che nel romanzo di Mark Frost, ‘Le vite segrete di Twin Peaks’ (Mondadori) ha un ruolo decisivo.

 

 

 


Intanto a Twin Peaks scopriamo che il nuovo sceriffo Truman è il fratello del vecchio Harry e che ha il volto scavato di Robert Forster. Facciamo conoscenza del figlio di Lucy & Andy, Wally Brando (Michael Cena), agghindato esattamente come il motociclista impersonato da Marlon Brando nel film ‘Il selvaggio’ e rivediamo l’ex-fidanzato di Laura Bobby Briggs, ex-delinquente e spacciatore, adesso arruolato nella squadra dello sceriffo. La sequenza con Bobby è un vero e proprio ritorno allo spirito dell’originario Twin Peaks: appena intravede la foto di Laura Palmer imprevedibilmente scoppia a piangere mentre il memorabile tema firmato Angelo Badalamenti invade la scena. E una lacrima scende anche a noi, fans della serie e di questa folgorante e già indimenticabile nuova stagione. 

 

 

 

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